antica cittadella
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LITORALE DOMIZIO/PROVINCIA – Dopo molti contatti avvenuti in questi ultimi giorni e diverse interlocuzioni è arrivato questa mattina al Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino l’invito a partecipare a Roma al Ministero della Salute il giorno 18 maggio, alle ore 15.30, ad un incontro con il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato.  L’incontro ha lo scopo «di evidenziare le verosimili problematiche connesse alla diffusione dell’epidemia di brucellosi bufalina nella provincia di Caserta e di fare il punto con le parti interessate. Parteciperanno all’incontro parlamentari, rappresentanti del Ministero della Salute, Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, della Regione Campania, degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, delle maggiori associazioni di categoria e una delegazione di allevatori campani». Il coordinamento parteciperà con una delegazione formata da alcune fra le 23 associazioni che lo compongono garantendo la presenza di esperti, imprenditori e sindaci.

«E’ un primo grande risultato della mobilitazione, del sacrificio e dell’impegno degli allevatori e dei loro alleati che, lo ricordiamo, dopo aver posto il problema in Europa incassando l’apertura degli europarlamentari (che hanno impegnato la Commissione a richiamare la Regione Campania) e della stessa Commissione che, chiamata in causa sui risultati fallimentari del Piano, ha sottolineato come siano la Regione e il Ministero Italiano a doverne rispondere e dopo aver registrato come una svolta importante l’avvio della Indagine Conoscitiva presso il Senato sulla condizione della Bufala Campana, chiesta a gran voce da mesi, oggi incassa un altro significativo punto: la messa in campo di uno spazio di confronto che sarà ben utile a comprendere quanto in realtà stia accadendo”, ha sottolineato Gianni Fabbris che riconosce a nome degli allevatori “l’importante apertura in cui la politica nazionale ha investito mettendo in campo un luogo in cui tutte le voci possano esprimersi e non solo quella di chi ha gestito finora il Piano che ha massacrato inutilmente centinaia di migliaia di animali senza risolvere la Brc e la Tbc in Provincia di Caserta».

Fabbris, nell’Assemblea che gli allevatori hanno tenuto ieri sera presso il presidio all’altezza della Rotonda dell’Agnena, aveva già sottolineato: «Ora che il confronto è aperto, è arrivato il momento di mettere in chiaro le responsabilità e cosa c’è, in realtà, dietro i numeri di un Piano che da qualche settimana la Regione si affanna a rivendicare come positivi e che, al contrario, ne dimostrano tutta la inadeguatezza e la inefficacia; per questo arriveremo al Tavolo a Roma con il dossier che abbiamo più volte annunciato e che potrà chiarire al Governo, al Parlamento ed ai cittadini perché e su quali basi occorre realizzare la prima delle condizioni necessarie a ricostruire la fiducia necessaria a condividere le scelte: sostituire chi quel Piano ha voluto, progettato, imposto e gestito».Fabbris, che domattina sarà in Prefettura per consegnare un documento al Prefetto e per ringraziare, per il suo tramite, quanti stanno facilitando la via del confronto democratico, annuncia che «è sempre più chiaro che la lotta e l’autonomia degli allevatori pagano; sarà la loro assemblea di domani pomeriggio, alle 15, al Presidio alla Rotonda dell’Agnena a decidere come continuare la mobilitazione che proseguirà nei prossimi giorni e comunque fino a quando non verranno garantiti dalle istituzioni sia il cambio della Task Force responsabile sia di avere un Piano che risolva i problemi della Brc e della Tbc rilanciando il settore e tutelando animali, imprese e territorio».

Sempre domattina, Fabbris, a nome del Coordinamento Unitario di cui è portavoce, depositerà due esposti: uno alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed un altro alla Polizia Postale. Nel primo caso vengono ricostruiti i fatti accaduti in questi giorni presso il Presidio e in particolare nella giornata di ieri allorquando, dopo aver comunicato alla stampa ed alle forze dell’ordine del territorio che la ripresa delle attività di ostacolo alla libera circolazione lungo la Via Domiziana da parte di alcuni dei trattori impegnati nel presidio non avrebbe impedito «la libera circolazione dei mezzi pubblici, degli scolari e di chi li accompagnava, delle persone necessitate per problemi di salute, dei mezzi sanitari e degli abitanti che abitavano nella zona. In realtà (non alla Rotonda dell’Agnena ma nei suoi pressi non presidiati dagli allevatori) a diversi cittadini è stato impedito di arrivare fino al presidio degli allevatori».

Nell’esposto affidato alla stesura dell’avvocato Cipriano Di Tella, Fabbris chiede che si accerti cosa in realtà e accaduto, segnalando, in particolare, che «tutte le persone che si sono presentate alla Rotonda dell’Agnena chiedendo di passare, sono tranquillamente passate, come possono testimoniare tutti i presenti e gli stessi cittadini. Il problema, in realtà, può esserci stato nell’arrivare a contatto con gli allevatori dal momento che, in effetti, lungo le 4 vie di accesso vi erano (a distanza) diverse pattuglie di diverse forze di polizia. Abbiamo dovuto rilevare come, da tre delle 4 vie di accesso, i cittadini (dopo essere invitati a percorrere vie alternative), se insistevano motivando la necessità, venivano fatti passare dalle pattuglie di Polizia. Tutti coloro che arrivavano al presidio sulla rotonda sono stati fatti passare almeno in tre delle vie d’accesso: quelle presidiate dai Carabinieri, dalla Finanza e dalla Polizia. Qualcosa, evidentemente, non deve avere funzionato dalla parte della Rotonda di Pescopagano, presidiata dai Vigili Urbani di Mondragone che, al contrario, non facevano passare nessuno rimandando indietro tutti i mezzi (compresi quelli su cui gli allevatori avevano garantito di facilitare il passaggio compresi i bambini, i malati e gli autobus). Noi non sappiamo come sia potuto accadere e potrà essere stato un equivoco. Certo ci lascia perplessi, e non ne capiamo il motivo, la circostanza per cui, mentre i vigili urbani del Comune di Mondragone facevano tornare indietro tutti dicendo loro ‘sono gli allevatori non vogliono’ il sindaco della Città, piuttosto che facilitare le facili e prevedibili soluzioni (rendendo noto ai vigili quanto altrove già funzionava, denunciava sui social i ‘cattivi allevatori’ e, addirittura, si recava in Procura per denunciarli (almeno così sembra). Ci stiamo rivolgendo al procuratore perché ci aiuti a capire e accerti, se lo riterrà opportuno, le circostanze; siamo pronti a fornire alla Procura copiosa documentazione e testimonianze. A noi rimane un dubbio: ma il Sindaco di Mondragone non poteva fare una telefonata come hanno fatto in tanti trovando sempre accoglienza? Certo il Sindaco di Mondragone non si è mai particolarmente distinto nel sostegno alle istanze degli allevatori ma l’aver fatto una denuncia contro di loro mentre i suoi vigili impediscono ai cittadini di arrivare a contatto con gli allevatori ci lascia perplessi e ci lascia inquietanti interrogativi». 

Il coordinamento smentisce, poi, ogni ricostruzione fantasiosa che tende ad accreditare l’idea che i trattori sono stati ritirati in mattinata per effetto di una denuncia (quella del sindaco) di cui gli allevatori non sapevano niente e che hanno appreso solo dai giornali e dai social. In realtà, fanno sapere dal coordinamento, gli allevatori li hanno rimossi due volte e non per intervento del sindaco ma per rispetto delle istanze dei cittadini e cercando di limitare al massimo i danni provocati dal fatto che la Regione Campania continua a ostinarsi a incontrare a un tavolo i lavoratori del comparto; la prima volta i trattori sono stati ritirati durante il weekend perché in risposta alle richieste dei titolari delle attività e dei cittadini del territorio e la seconda perché, arrivando ottime notizie da Roma, lunedì mattina hanno risposto all’appello alla ragionevolezza dei parlamentari e delle istituzioni impegnate a trovare le soluzioni.

Sempre nella giornata di domani, Fabbris, come annunciato nei giorni scorsi, depositerà una denuncia contro anonimi alla Polizia postale perché si accertino le responsabilità dell’oscuramento sul web di due delle pagine web del movimento (Altragricoltura e Associazione Tutela) e per segnalare la continua azione di calunnia e provocazione da parte di profili social anonimi e di siti web che da qualche giorno (in maniera evidentemente coordinata) stanno adoperandosi a screditare e provocare. Il coordinamento rende noto che Fabbris, al suo settimo giorno di sciopero della fame, avviato per ottenere la convocazione di un tavolo di incontro con Governo e Regione, essendo stato raggiunto con successo l’obiettivo, interrompe da oggi pomeriggio questa forma di lotta e ringrazia quanti hanno espresso sostegno e solidarietà.