Minacce alla moglie e al 118, revocata messa in prova al pusher di Maddaloni
Il legale dell'uomo ha cercato di opporsi alla decisione

MADDALONI - La Corte di Cassazione ha revocato l'affidamento in prova a Vincenzo Senneca, 43enne di Maddaloni, accusato di essere un pusher legato al clan dei Belforte.
Ricorso respinto
La decisione è arrivata dopo il ricorso presentato dallo stesso Senneca contro l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Napoli, che aveva deciso la sospensione della misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali.
Le minacce alla moglie e al personale del 118
Il provvedimento del tribunale si è basato su due episodi di grave comportamento: il primo, un intervento dei carabinieri di Maddaloni per una lite familiare, durante il quale Senneca, visibilmente ubriaco, aveva continuato a minacciare la moglie e a scatenare violenze, nonostante la presenza delle forze dell’ordine. Il giorno successivo, Senneca era stato denunciato per danneggiamento aggravato di un'ambulanza del 118, interruzione di pubblico servizio e minacce al personale sanitario.
Il legale di Senneca ha cercato di opporsi alla decisione, contestando la valutazione esclusiva dei fatti legati all'intervento dei carabinieri, senza considerare la condotta complessiva dell'imputato nel corso dell'affidamento in prova. Tuttavia, la Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la gravità dei comportamenti del 43enne, che aveva violato ripetutamente la legge, portando alla revoca dell'affidamento.