MARCIANISE - Nel corso delle indagini svolte dai finanzieri del Gruppo di Pesaro e dai Carabinieri del Nil di Pesaro e Urbino è stato assodato come alcuni dipendenti delle società petrolifere fossero indotti, anche sotto minaccia, a svolgere massacranti turni di lavoro. Agli stessi non era consentito di fruire di riposi, di pause, di giorni festivi, di permessi e ferie.

I lavoratori, inoltre, ogni mese erano costretti a richiedere ai propri datori di lavoro, in modo finanche supplichevole, il pagamento dello stipendio, che veniva invece corrisposto a piacimento e ben al di sotto del salario minimo previsto dal contratto nazionale di categoria. Gli investigatori sono riusciti a documentare lo stato di sfruttamento dei lavoratori, che sottopagati ed esposti a turni di lavoro incessanti, erano costretti a vivere in sgabuzzini interni ai distributori stradali, in precarie condizioni igienico-sanitarie. I lavoratori erano inoltre obbligati ad attestare la loro presenza sul posto di lavoro attraverso foto e video, che quotidianamente o su richiesta, dovevano inoltrare ai loro datori di lavoro.

In più occasioni sono state intercettate conversazioni dove gli indagati davano indicazioni al personale addetto alla manutenzione dei distributori stradali sulle procedure da seguire per manomettere la corretta funzionalità degli impianti di erogazione o su come procedere alla mescola dei vari prodotti petroliferi. Contestualmente ai sequestri e agli arresti sono state eseguite numerose perquisizioni nei luoghi di residenza o dimora degli indagati e presso il domicilio fiscale o sede legale delle società coinvolte. In particolare, le attività hanno interessato i comuni di Pesaro, Terre Roveresche (Pesaro-Urbino), Caserta, Marcianise, Milano e Sperlonga (Latina) e sono state eseguite anche con l’ausilio di personale dei Comandi provinciali Carabinieri e Guardia di Finanza competenti per territorio.