antica cittadella
antica cittadella

MARCIANISE - Una lettera "ultimatum" inviata da Jabil ai dipendenti dello stabilimento di Marcianise (Caserta) ha fatto scattare la nuova protesta spontanea, con gli addetti che anche stamattina sono usciti dallo stabilimento bloccando per un'ora la produzione.

La nuova protesta

Anche il 15 aprile scorso i lavoratori Jabil avevano bloccato l'attività del sito casertano della multinazionale, improvvisando anche un corteo, dopo aver saputo della partecipazione al tavolo ministeriale previsto per il 16 della Tme, azienda che nelle intenzioni di Jabil dovrebbe acquisire lo stabilimento di Marcianise con i suoi 408 lavoratori. Ieri, a far infuriare i dipendenti Jabil, è stata la lettera con cui l'azienda Usa ha indicato il 6 maggio come termine ultimo per dimettersi per quei lavoratori che non volessero accettare il passaggio in Tme. Si tratterebbe di dimissioni incentivate; per gli addetti verrebbe messa a disposizione una somma di 30mila euro lordi nel caso in cui rinunciassero alla disoccupazione, di 10mila nel caso di mancata rinuncia a tale indennità. "Le candidature all'uscita volontaria con incentivo saranno prese in considerazione nei limiti definiti dalle esigenze tecnico organizzative e produttive dell'azienda" fa sapere la Jabil, che ha allegato alla lettera anche l'apposito modulo che va inviato entro il 6 maggio. "La mancata presentazione del modulo allegato nel termine indicato o la presentazione di soluzioni differenti - precisa l'azienda - verrà considerata come preferenza per il trasferimento alla nuova impresa acquirente". In una nota, i rappresentanti sindacali aziendali (Rsu) parlano di "nuova provocazione di un'azienda che declina per iscritto le casistiche, suggerite dal Ministero, in materia di Dimissioni Volontarie ed Incentivate". 

L'intervento dei sindacati

Con riguardo al piano di cessione della Jabil a Tme, avallato dopo la riunione del 16 aprile scorso anche dal Ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso, la Rsu ribadisce: "Questo piano non ci interessa! La totalità dei dipendenti ha già respinto tutte le opzioni alternative proposte, nelle varie fasi della vertenza, e continua a difendere il presidio industriale, certi della possibilità di un consolidamento e rilancio della missione all'interno della multinazionale. I nostri uffici legali sono pronti alle necessarie impugnative. Siamo stanchi di essere quotidianamente vessati e colpiti nella nostra dignità di professionisti e cittadini italiani ma la nostra lotta è soltanto all'inizio e scoprirete presto dove arriverà la nostra determinazione!"