CAMORRA. Colpo al clan Ligato-Lubrano, arrestati i tre figli del boss defunto per le estorsioni a imprenditori. IL VIDEO
PIGNATARO MAGGIORE - Per delega del Procuratore della Repubblica distrettuale f.f. di Napoli, si comunica quanto segue: nella mattinata odierna, nelle province di Caserta, Novara e L’Aquila militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 4 (quattro) soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati del reato di estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico “Ligato” egemone nell’area riferibile al comune di Pignataro Maggiore.
Sono stati arrestati e si trovano in carcere Pietro, Antonio e Felicia Ligato, i tre figli del capoclan defunto della camorra casertana Raffaele Ligato. Pietro, in particolare, era uscito dal carcere nel 2017 e pare avesse ripreso a "dominare" sulla sua zona con l'aiuto dei fratelli. Le misure cautelari sono state eseguite dai carabinieri nell'ambito di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli e ha fatto emergere l'operatività del gruppo nell'area di Pignataro Maggiore, e dintorni definita la "Svizzera del clan". Con loro è stato arrestato (domiciliari) anche Fabio Papa, nato a Formia, di 49 anni.
I provvedimenti restrittivi (dei quali 3 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) costituiscono il risultato di un’intensa attività investigativa, avviata nel mese di agosto e condotta attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di:
- disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri in Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di euro 3000 mensili;
- accertare il compimento di un’ulteriore estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro;
- documentare come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori e/o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.