Omicidio Sasso a Cellole, messa in prova per il giovane che lo spinse: si va verso l'assoluzione
Il 43enne cadde battendo la testa sull'asfalto dopo una lite con il giovane all'epoca dei fatti minorenne
CELLOLE – Colpo di scena nella vicenda della morte di Giovanni Sasso, il 43enne concessionario di auto di Cellole, che venne spinto dopo una lite, il 9 giugno dell’anno scorso fuori la sua attività da un 17enne. Sasso cadde violentemente al suolo battendo la testa. Portato alla clinica Pineta Grande, morì dopo otto giorni di coma farmacologico.
La svolta inattesa
A più di un anno dalla sua scomparsa, arriva un colpo di scena inatteso. L’avvocato del giovane M.E., Gianluca Di Matteo, è riuscito ad ottenere la messa in prova che viene un po' considerata l’anticamera dell’assoluzione. Infatti con questa decisione del giudice dopo un periodo di sei mesi di verifica della buona condotta del giovane, potrebbe comportare poi il decadimento di tutte le accuse.
La vicenda
Una svolta inattesa che sicuramente porterà forte reazioni nella comunità di Cellole ancora troppo scossa e ferita per la morte di Giovanni Sasso, un bravo ragazzo stimato da tutti che ha lasciato la moglie Teresa e tre bambini. Quel tragico 9 giugno, il 17enne in compagnia dello zio stava mangiando delle arachidi nei pressi della concessionaria di Sasso, gettando poi i gusci a terra. Al richiamo del Sasso, il giovane avrebbe risposto male arrivando poi a spintonarsi. A quel punto Sasso cadeva a terra sbattendo violentemente la testa.