Il dramma sul litorale, l'ultimo saluto a Emanuele: la commovente omelia
Gli amici si sono radunati per ricordare il 23enne indossando t-shirt bianche con la scritta "Manu Vive"

CASTEL VOLTURNO - Stamattina, la comunità di Marianella si è riunita per dare l'ultimo saluto a Emanuele d'Asta, il giovane di 23 anni che ha perso la vita a causa del tragico crollo di un solaio nella casa dove stava lavorando.
L'ultimo saluto ad Emanuele D'Asta
Le esequie si sono svolte alle ore 11 nella Chiesa di San Giovanni Battista a Marianella, dove amici, parenti e conoscenti si sono radunati per ricordare Emanuele, molti indossando t-shirt bianche con la scritta "Manu Vive", a testimonianza dell'affetto e del dolore che tutti provano per la sua morte prematura.
La zia del giovane ha espresso il dolore profondo della famiglia, ricordando Emanuele come un ragazzo pieno di sogni, che non meritava un destino tanto crudele. "Era un ragazzo molto giovane e pieno di sogni, la vita con lui è stata avversa e atroce. Speriamo nella giustizia, farà il suo corso. Chi sbaglia paga", ha detto con voce rotta dal dolore.
La testimonianza del titolare della ditta
Peppe Trinchillo, titolare della ditta Trincar e conosciuto dal fratello di Emanuele, ha voluto condividere la sua testimonianza: "Il fratello di Emanuele lavora con me, anche lui in passato mi chiese se poteva venire a lavorare con me e l’ho aiutato per un po’, poi se ne andò. Il fratello stava lavorando quando ha avuto la telefonata della tragedia. Mi dispiace molto", ha dichiarato, visibilmente scosso.

L'omelia del parroco
Durante l’omelia, don Pasquale Fioretti, parroco della Chiesa di San Giovanni Battista e Sant'Alfonso di Marianella, ha espresso la sofferenza della comunità: "È un pugno nello stomaco quanto successo, è innaturale e doloroso. È qualcosa che strazia. L’ingiustizia trionfa e sempre che l’abisso si apra sotto i nostri piedi. Ma la vita deve andare avanti. Il nome di Emanuele richiama a Dio. Noi celebriamo del dolore straziante, al di là di tutto ciò che ci sembra nero. Noi possiamo solo stare accanto ai familiari, il dolore va rispettato. A volte le parole devono tacere e rimanere con la presenza."
Il parroco ha poi sottolineato la tragica realtà del lavoro precario, che troppo spesso espone i giovani a rischi insostenibili. "I napoletani pur di lavorare si arrangiano, con la consapevolezza di quello che può succedere. Si rimane sgomenti. Dobbiamo non far passare le cose, chiediamo con forza che si rispettino le regole, chi va a lavorare deve sapere di tornare a casa. Quanti giovani sono morti, non va bene. Pur di portare qualcosa a casa si rischia tutto e non va bene. Ognuno deve avere la dignità di lavorare e di crearsi un futuro", ha affermato con forza, riflettendo sulla condizione di tanti giovani che, per necessità, sono costretti a lavorare in condizioni precarie.
Don Pasquale ha concluso ricordando l'amore di Emanuele per la vita e l'importanza di viverla pienamente: "Emanuele ci lascia a 23 anni. Lui amava la vita e bisogna viverla sino in fondo. Non sprechiamo la vita, fa male vedere tanti giovani che sprecano la propria vita". Un monito che ha toccato profondamente tutti i presenti, un invito a riflettere sul valore della vita e sulla necessità di creare un futuro più sicuro per i giovani che ogni giorno si guadagnano da vivere.