OSPEDALI ITALIANI. Tra i peggiori, quattro sono campani: c'è anche quello di Caserta
CASERTA - Tra i 12 ospedali con le peggiori performance d’Italia ben 4 sono campani Non è affatto clemente, con le aziende ospedaliere della nostra regione, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. La struttura, che fa capo al ministero della Salute, ha raccolto i dati e valutato le prestazioni di 53 ospedali pubblici italiani, dividendoli per dimensione (>700 posti letto, 00 posti letto) e per tipologia (universitari e non) e individuando tre livelli di performance: basso (bollino rosso), medio (bollino arancione) e alto (bollino verde).
Delle 8 aziende ospedaliere campane nessuna ha il bollino verde, 4 hanno raggiunto un livello di performance medio: l'Ospedale dei Colli e il Cardarelli di Napoli, Il San Giuseppe Moscati di Avellino e il policlinico della Federico II; 4 hanno un livello di prestazioni basso: Il San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno, il San Pio di Benevento, il Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e il policlinico della Vanvitelli. L’Agenas ha raccolto i dati per 5 aree di valutazione delle performance di ogni azienda ospedaliera: «l’accessibilità», che tiene conto dei tempi di attesa dei pazienti per gli interventi e dei servizi offerti dai pronto soccorso; «la governance dei processi organizzativi», misurata in tempi di degenza;
«la sostenibilità economico-patrimoniale» attraverso cui si valutano i bilanci; «il personale», calcolato con il numero di medici per posti letto; e «gli investimenti» calcolati anche sull’età media delle apparecchiature. Proprio quest’ultima categoria vede le 8 aziende ospedaliere campane ai primi posti su scala nazionale. Tra i 10 ospedali con le apparecchiature più nuove d’Italia 4 sono campani, il San Pio di Benevento, il San Giuseppe Moscati di Avellino, l’ospedale dei Colli e il Cardarelli di Napoli. Un dato che è alla base di un trend positivo, quello che vede le performance campane migliorare nel tempo. Se infatti nel 2019, delle 8 aziende ospedaliere regionali valutate dall’Agenas, 7 erano da bollino rosso, oggi quelle con un basso livello di performance si sono ridotte a 4. Dunque altri 3 ospedali hanno ottenuto il bollino arancione, un traguardo raggiunto grazie ad una crescita degli investimenti che però non corrisponde, nella realtà, ad un miglioramento dell’offerta sanitaria ragionale. I dati negativi per la Campania si registrano, infatti, proprio nelle performance che misurano i tempi di attesa per gli interventi di tumori. Il Ruggi D’Aragona di Salerno è l’ospedale universitario italiano dove i malati oncologici devono aspettare di più per operarsi, stessa situazione al Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, la struttura, tra quelle con meno di 700 posti letto, con i tempi d’attesa più lunghi d’Italia, e all’Ospedale dei Colli di Napoli, che si piazza al penultimo posto tra gli ospedali più grandi. Nel dettaglio a livello regionale i tempi d’attesa per un’intervento oncologico più brevi sono quelli che riesce a garantire il policlinico della Federico II, seguito dal Moscati di Avellino e dalla Vanvitelli.
L’Agenas ha calcolato anche «l’indice comparativo di performance», un indicatore di efficienza di ogni singola azienda ospedaliera. Attraverso questo dato è possibile confrontare, tra le varie strutture, la durata dei ricoveri per casi di pari gravità e gli ospedali che presentano degenze più lunghe mostrano una problematica organizzativa concreta. Dunque un indicatore che valuta il funzionamento reale delle aziende ospedaliere e che per la Campania rappresenta la vera nota dolente del report dell’Agenas. A livello nazionale, infatti, tra i grandi ospedali, quelli con più di 700 posti letto, il Cardarelli si piazza all’ultimo posto, stesso risultato per il Ruggi d’Aragona di Salerno che, tra le strutture universitarie, ha l’indice peggiore e tutte le aziende ospedaliere della nostra regione fanno registrare un valore sotto la media nazionale. A pesare sull’efficienza dei nostri ospedali c’è anche la crisi del personale sanitario. La performance misurata dall’Agenas sul numero di infermieri e medici per posto letto vede al fondo della classifica nazionale il policlinico della Federico II e quello della Vanvitelli tre le università, il San Pio di Benevento per i piccoli ospedali e l’azienda dei Colli per i grandi. Dunque in Campania, pur essendoci gli ospedali con le apparecchiature più nuove e gli investimenti più corposi, il sistema sanitario resta, nella sua interezza, inefficiente, con tempi d’attesa tra i più lunghi d’italia e i periodi di degenza che superano quelli degli altri ospedali del Paese.