Falegname di Cellole morto dopo una testata al volto, al via il processo per 44enne
L'imputato ha dichiarato di non aver avuto intenzione di uccidere Fusciello, sostenendo che l’aggressione fosse scaturita da una discussione accesa

CELLOLE - Si è aperto davanti alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere il processo per omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi a carico di Gianluca Sangiorgio, 45 anni, accusato di aver causato la morte di Roberto Fusciello, 46 anni, con una violenta testata al volto durante una lite avvenuta nel gennaio 2024 a Cellole, sul corso Freda. L’aggressione è avvenuta vicino a una sala scommesse e ha portato la vittima a entrare in coma, per poi morire alcuni giorni dopo a causa delle gravi ferite riportate.
La dinamica dell'incidente
La lite, secondo quanto riferito dall’imputato, è esplosa dopo delle presunte provocazioni rivolte dalla vittima alla figlia 17enne di Sangiorgio, presente al momento del conflitto insieme alla madre, ex compagna dell’imputato. Sangiorgio ha dichiarato di aver colpito Fusciello inizialmente con due schiaffi, ma poi, a causa di ulteriori provocazioni, è tornato indietro e gli ha sferrato una testata fatale. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso parte dell’aggressione, confermando alcuni dettagli delle dichiarazioni dell’imputato.
L’udienza e le costituzioni di parte civile
Durante l’udienza, sono state ammesse le costituzioni di parte civile dei familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Marco Andrea Zarone e Federico Caporaso. Il difensore dell’imputato, avvocato Gianluca Di Matteo, ha richiesto il rito abbreviato, ma la Corte ha rigettato la richiesta, ritenendo che il reato fosse di omicidio volontario. L’udienza è stata aggiornata ad aprile, quando si procederà con l’escussione dei testi e il conferimento dell’incarico al perito trascrittore.
Le dichiarazioni dell’imputato e la risposta del giudice
Sangiorgio, attualmente in carcere, ha dichiarato di non aver avuto intenzione di uccidere Fusciello, sostenendo che l’aggressione fosse scaturita da una discussione accesa. Tuttavia, il gip nell'ordinanza di arresto ha definito l’imputato come "soggetto pericoloso e aggressivo", rifiutando le sue giustificazioni. La Procura ha in seguito chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato.
Fusciello e il suo gesto eroico
Fusciello, falegname di professione, era un membro attivo dell’AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi). Dopo la sua morte, i suoi organi sono stati espiantati, salvando due persone: il cuore è stato trapiantato a un paziente presso l’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, mentre i reni hanno dato speranza a un altro malato.