antica cittadella
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CELLOLE – Non c’è stata premeditazione nel delitto. E’ stata questa la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame di Napoli che si è espressa sul ricorso presentato da Angelo Gentile, l’82enne di Cellole accusato di aver ucciso e poi incendiato il corpo del professore di educazione fisica cellolese Pietro Caprio.

Secondo i giudici, il delitto sarebbe stata la conseguenza estrema e violenta di una lite scoppiata tra i due, escludendo di fatto la preparazione dello stesso. I giudici hanno inoltre confermato non solo i gravi indizi di colpevolezza a carico del Gentile, ma anche la misura cautelare degli arresti domiciliari. L’avvocato dell’82enne ha già annunciato il ricorso in cassazione.