Spaccio e pestaggi, emessa la sentenza di condanna per due
Gli acquirenti contattavano i pusher tramite WhatsApp o Instagram, dando appuntamenti criptici per la consegna
SANTA MARIA CAPUA VETERE - Sei anni di reclusione per Cristian D’Ambrosio, alias "o' Lion", 24enne di Santa Maria Capua Vetere, e 8 mesi di reclusione con pena sospesa per Elsamahy Gossam Eldsouky Mohamed, 26enne nato in Libia.
Le accuse
I due sono stati coinvolti in una serie di azioni violente, tra cui pestaggi, attentati, sparatorie e "stese", tutte finalizzate a controllare lo spaccio di droga nel centro storico di Santa Maria Capua Vetere. La condanna è stata disposta dal gup Daniela Vecchairelli del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere al termine del rito abbreviato.
È stata rigettata la richiesta di patteggiamento per Alessandro Viviani, detto "Nanà", 26enne sammaritano. Il gup ha disposto la trasmissione degli atti ad un altro giudice, con un’udienza fissata per metà aprile davanti al giudice Rosaria Dello Stritto.
I fatti tra ottobre 2022 e marzo 2023
A D’Ambrosio, assistito dall’avvocato Cesare Gesmundo, è stato contestato anche il reato di cessione di stupefacente a un minore, mentre è stato assolto da altri episodi di cessione di droga. Gli indagati rientrano tra i 12 colpiti dal provvedimento emesso dal gip di Santa Maria Capua Vetere, eseguito dai carabinieri della locale compagnia. L'inchiesta ha avuto come focus una serie di azioni violente tra ottobre 2022 e marzo 2023, che hanno permesso ai carabinieri di ricostruire la rete di spaccio di droga operante in città, con 15 indagati accusati di traffico di stupefacenti.
Lo stupefacente, principalmente hashish, cocaina, marijuana e crack, veniva acquistato da canali di rifornimento di Caivano, Melito e Casal di Principe, e poi trasportato a Palazzo Noviello, a Santa Maria Capua Vetere, dove veniva suddiviso in dosi per la vendita. Le indagini hanno monitorato almeno una cinquantina di episodi di spaccio, con il coinvolgimento di minori. Gli acquirenti contattavano i pusher tramite WhatsApp o Instagram, dando appuntamenti criptici per la consegna. Durante l'inchiesta, sono state sequestrate due pistole in possesso degli indagati.