antica cittadella
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CESA/CASERTA - Nei giorni scorsi alcune testate giornalistiche mi hanno indicato, nella mia qualità di consigliere provinciale del Pd e di Sindaco di Cesa, quale soggetto pronto a lasciare il partito per avvicinarmi alla compagine dei Moderati e a quella che è definita l’area del presidente De Luca.

Preciso che sono, ad oggi, un iscritto “virtuale” del Partito Democratico.

Virtuale” perché il tesseramento, come è noto, è congelato sia perché il Pd è una forza non indentificata né facilmente identificabile, soprattutto in provincia di Caserta.

Sono Sindaco del 2015 ed ho cercato sempre, con la Regione Campania, un dialogo istituzionale allo scopo di risolvere i problemi della mia comunità.

Nel momento in cui, da qualche anno a questa parte, a Caserta, il Pd è commissariato ed in altre faccende impegnato, è normale che si crei un vuoto e tale spazio politico è occupato da altri esponenti politici che si pongono come interlocutori.

È normale che gli amministratori locali cerchino aiuto, nel tentativo di risolvere le questioni territoriali, e laddove vi sono esponenti di altri partiti e forze in grado di orientare e guidare i comuni, questi assurgono al ruolo di affidabili controparti

Un ruolo in tal senso è innegabile che è svolto del consigliere regionale Giovanni Zannini dei Moderati.

Avere rapporti istituzionali o chiedere “aiuto” per il proprio comune, non si traduce, in maniera automatica, in una adesione al suo movimento o in un “arruolamento”.

Ma è evidente che la collaborazione, in ragione di comuni intenti, obbiettivi chiari e precisi, possono contribuisce a creare condizioni politiche nuove.

Il Partito Democratico a Caserta si dovrebbe porre come “faro” per le amministrazioni locali.

Non abbiamo bisogno di tessere o congressi, ma di persone che vogliono ricostruire una comunità che si sta dissolvendo.

Il Pd di Caserta vada a parlare con gli amministratori comunali, con i circoli, con i giovani per capire di cosa c’è bisogno.