antica cittadella
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Il sindaco Francesco Lavanga
Il sindaco Francesco Lavanga

MONDRAGONE – C’è anche il gruppo “Mondragone Bene Comune” tra quelli che in queste ore, dopo la bocciatura del Piano di Riequilibrio finanziario da parte della Corte dei Conti, chiedono le dimissioni del sindaco Francesco Lavanga. L’ormai inevitabile dichiarazione di dissesto scuote la politica mondragonese. 

La nota del movimento

“Come avevamo facilmente previsto, le Sezioni Riunite della Corte dei Conti hanno bocciato il costoso ricorso presentato in solitaria dal sindaco Lavanga, che tentava disperatamente di salvare il pessimo Piano di riequilibrio – si legge in una nota - Siamo quindi al dissesto dell’Ente!  Di questa triste vicenda abbiamo già detto in più di un’occasione, cercando anche di chiarire in ordine alle responsabilità. Altre considerazioni andranno comunque fatte e le faremo in altri momenti. Ora l’attenzione generale dovrebbe essere tutta rivolta a cosa fare immediatamente. La Corte ha certificato in maniera inoppugnabile che il nostro Ente non è più in grado di svolgere le proprie funzioni ed erogare servizi indispensabili, oltre ad avere difficoltà nell’assolvere ai debiti. Quindi, occorre urgentemente procedere con l’assunzione della deliberazione dello stato di dissesto e stabilire la condizione dell’ente (a quando una seduta Consiliare dedicata a ciò?). Deve essere redatta una relazione dettagliata che dovrà essere presentata al Ministero degli interni e alla Corte dei conti (TUEL, articolo 246). Poi, sarà nominato un Organo Straordinario per la Liquidazione (composto da Commissari) che si occuperà di rilevare la massa attiva e quella passiva dell’ente (TUEL, articoli 252-256). In seguito a queste procedure dovrà essere redatto un altro documento, il bilancio stabilmente riequilibrato, in cui le singole voci di spesa sono bilanciate e coprono tutti i servizi necessari. E durante i cinque o i tre anni successivi all’approvazione di questo documento, si dovrà procedere al risanamento dell’ente, con l’imposizione di limiti sulla contrazione di nuovi mutui e ai pagamenti in conto competenza, oltre alla possibilità di aumentare imposte e tasse locali per riequilibrare lo stato dell’ente (TUEL, articolo 248). 

La richiesta di dimissioni

C’è da domandarsi però se gli autori (colpevoli) del fallimento possano essere adeguati a svolgere il ruolo di risanatori. E c’è da chiedersi se chi ha ampiamente dimostrato di non essere capace possa ora diventare improvvisamente virtuoso. C’è sempre l’opzione delle dimissioni e della definitiva uscita di scena di una classe politica che sul campo ha miseramente fallito, ma temiamo che questa ipotesi non sia alla portata dell’Amministrazione Lavanga: ci vuole dignità politica per dimettersi. Noi, intanto, nei prossimi giorni presenteremo un articolato esposto alla Procura della Corte dei conti affinché verifichi le eventuali responsabilità di chi ha portato il Comune al fallimento e le persegua come stabilisce la legge”.