AVERSA – Sono attesi per oggi i provvedimenti di sospensione dal lavoro nei confronti dei 12 dipendenti del Comune di Aversa colpiti dal divieto di dimora in seguito all’inchiesta sui “furbetti del cartellino” portata avanti dalla Guardia di Finanza. Tempi più lunghi invece per i provvedimenti contro i 10 indagati a piede libero.

L’inchiesta partì nel gennaio dello scorso anno dopo la segnalazione alle Fiamme Gialle di un ex assessore della giunta Golia che aveva notato dipendenti uscire dagli uffici senza timbrare l’uscita. A quel punto partirono le registrazioni della Guardia di Finanza che individuarono dipendenti che durante la pausa pranzo timbravano anche per i colleghi rimasti in ufficio. Un sistema di “cortesie” che potrebbe davvero recare danni.

A finire ai domiciliari è stato il dipendente Paolo Ruscigno, impiegato dell’area tecnica, al quale sono stati sequestrati anche 9.100 euro come provento della truffa. I divieti di dimora invece sono riferiti ai seguenti dipendenti: Cristina Accardo, Maria Grazia Chianese, Michele Cipullo, Daniele Della Vecchia, Michele Faraone, il dirigente Giovanni Gangi, Carmela Giametta, Angelo Iorio, Tommaso Mastronardi, Giuseppe Nugnes, Vincenzo Pagano e Filippo Rotunno. I nove indagati a piede libero sono invece: il dirigente Raffaele Serpico, Raffaele Maddalena, funzionario all’Ufficio Personale, Giovanna Di Girolamo, dell’ufficio Ragioneria, Francesca Cinquegrana, dipendente dell’Area Servizi al Cittadino, Rosa Parisi, assistente sociale, Antonio Pellegrino, addetto all’Anagrafe, Anna Romano, addetta all’ufficio Archivio e Protocollo, Michele Sabia, Istruttore Amministrativo all’Ufficio Personale, Andrea Trabucco, esecutore tecnico ai Lavori Pubblici. 

Le indagini che hanno consentito di far emergere i fatti delittuosi per cui si indaga riferentisi a tutto l’anno 2022, sono state svolte anche attraverso l’uso di telecamere installate in prossimità delle macchine marcatempo, poste presso la Casa Comunale e grazie ad appositi servizi di osservazione e pedinamento.Proprio quest’ultimi hanno posto in luce l’atteggiamento truffaldino di Paolo Ruscigno che, nel periodo attenzionato, era solito intraprendere il servizio alle ore dieci del mattino, giustificando fraudolentemente la sua assenza dall’ufficio con inesistenti servizi da svolgere all’esterno, per conto del Comune, alterando li sistema automatico di rilevamento delle presenze.

Gli altri indagati, invece, si scambiavano vicendevolmente la “cortesia” di timbrare il cartellino, attestando quindi falsamente ed in maniera indebita la propria presenza all’interno degli uffici comunali. L’esame delle buste paga e dei tabulati afferenti le presenze ni servizio hanno corroborato indefettibilmente il quadro probatorio a carico degli indagati, consentendo di ricostruire l’ammontare esatto dei profitti illeciti realizzati con la descritta condotta truffaldina.