IL PROCESSO. Violenze in carcere: garante chiede di sentire Draghi come teste insieme a Cartabia e Bonafede
IL PROCESSO. Violenze in carcere: garante chiede di sentire Draghi come teste insieme a Cartabia e Bonafede
SANTA MARIA CAPUA VETERE - Ci sono anche l'ex premier Mario Draghi e gli ex ministri della Giustizia Marta Cartabia e Alfonso Bonafede tra i possibili testimoni del processo per i pestaggi al carcere di Santa Maria Capua Vetere avvenuti il 6 aprile 2020, in cui sono imputati in 105 tra poliziotti penitenziari, medici e funzionari del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con 126 parti civili, di cui 117 detenuti, cinque associazioni, i garanti nazionale e regionale dei detenuti e due istituzioni (Ministero Grazia e Giustizia e Asl di Caserta).
I tre ex componenti del Governo compaiono infatti nella lista dei testimoni presentata dall'avvocato Michele Passione, che assiste il garante nazionale dei detenuti Mauro Palma; i tre sono stati citati per spiegare quali furono le misure e i provvedimenti presi dal Governo dopo che si seppe della vicenda. Sarà ora il giudice a decidere, presumibilmente nell'udienza del primo febbraio.
Draghi e la Cartabia andarono in visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere il 14 luglio 2021, cioè pochi giorni dopo che scattarono le manette - era il 28 giugno - per i pubblici ufficiali coinvolti negli episodi di pestaggi, definiti dal Gip che firmò le ordinanze cautelari "un'orribile mattanza".
Anche Bonafede è stato citato per il periodo in cui è stato Guardasigilli, prima della Cartabia, quando era già nota l'indagine per presunte torture; nel giugno 2020 infatti, due mesi dopo i pestaggi e un anno prima dell'emissione dei provvedimenti cautelari, si seppe dell'indagine in quanto i carabinieri notificarono fuori dal carcere di Santa Maria Capua Vetere degli avvisi di garanzia ad alcuni poliziotti penitenziari indagati, provocando la protesta degli agenti.
Oltre ai tre componenti del Governo, il legale di Palma ha citato anche il giornalista di Domani Nello Trocchia. I difensori di molti imputati hanno chiesto l'esclusione dei tre ex membri del Governo e del cronista per "evitare spettacolarizzazioni del processo" e per "irrilevanza della loro testimonianza".
Oggi inoltre, alla quarta udienza dibattimentale (il processo è partito il sette novembre scorso), la Corte d'Assiste di Santa Maria Capua Vetere presieduta da Roberto Donatiello ha ufficialmente dichiarato aperto il dibattimento, ovvero l'attività istruttoria, superando quasi tutte le questioni preliminari sollevate e lasciando in sospeso la più importante, concernente le due istanze di nullità del decreto che dispone il giudizio presentate dagli avvocati di alcuni imputati (tra cui i difensori dell'ex capo dei poliziotti del carcere Gaetano Manganelli e dell'ex provveditore campano Antonio Fullone), in cui si sollevano eccezioni di costituzionalità per violazione del diritto di difesa per presunte omissioni da parte della Procura circa il mancato o incompleto deposito di atti di indagine, in particolare di tutte le immagini delle telecamere di visorsorveglianza del carcere prima e dopo i fatti.
Il procuratore aggiunto Alessandro Milita - a coadiuvarlo i sostituti Daniela Pannone e Alessandra Pinto - ha sottolineato come presso la Procura siano stati depositati i file video delle telecamere interne da un periodo di gran lunga precedente al 6 aprile, e anche successivo alla data in cui sono avvenuti i pestaggi.
"Difficile vedere la rilevanza di immagini relative ai giorni precedenti e successivi ai fatti - ha sottolineato Milita - ma comunque sono nel nostro ufficio e saranno messe a disposizione della Corte e delle parti". Nella prossima udienza del primo febbraio, la Corte scioglierà la riserva sulla questione di costituzionalità, e in caso di rigetto delle relative eccezioni, deciderà anche sulla ammissibilità delle prove richieste dalla parti civili e dagli imputati.