antica cittadella
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SANTA MARIA CAPUA VETERE - La Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere stamane ha fatto visita alla Casa Circondariale “F. Uccella” per verificare le condizioni dei detenuti, della struttura carceraria e dell’organico della polizia penitenziaria.

L'iniziativa e la squadra

L’iniziativa si inserisce nel programma dell’U.C.P.I. (Unione delle Camere Penali Italiane) che su tutto il territorio nazionale prevede nel mese di agosto l’accesso di avvocati penalisti, parlamentari e altre associazioni di settore nelle carceri italiane per sensibilizzare le comunità sulle gravi disfunzioni delle strutture e sulle serie problematiche che affliggono i detenuti, problematiche che hanno fatto registrare in Italia 65 suicidi dall’inizio dell’anno.

Hanno partecipato all’iniziativa l’Avv. Alberto Martucci (Presidente della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere), l’Avv. Vincenzo Cortellessa (Consigliere della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere), l’Avv. Francesco Saverio Petrillo (Componente dell’Osservatorio Carcere U.C.P.I.), l’Avv. Antonio Verde (Componente dell’Osservatorio Carcere U.C.P.I.), l’Avv. Maria Esposito Gonella (Presidente dell’Associazione “Il Carcere Possibile” onlus), l’Avv. Elena Lepre (Consigliera fondatrice dell’Associazione “Il Carcere Possibile” onlus), e gli Avvocati Simone Crisci, Paolo Di Furia, Natalino Giannotti, Enrico Monaco e Concetta Raucci.

Le criticità rilevate

L’accesso - durato oltre tre ore - ha evidenziato numerose criticità e recriminazioni da parte sia dei detenuti che del personale penitenziario: la mancanza di meccanismi di ventilazione o di refrigerazione in una struttura dalle pareti di cemento armato moltiplica la sofferenza per le altissime temperature estive (acuita anche dalle esalazioni provenienti dal vicino impianto STIR di trattamento di rifiuti solidi urbani);

il sovraffollamento della popolazione detenuta (1000 detenuti per 850 posti previsti e 3 piani chiusi) comporta la compressione degli spazi e delle convivenze ancor di più insostenibile nei periodi estivi (fino a 5 detenuti in piccole celle con un solo bagno che eroga poca acqua anche a causa della incuria di rubinetti e tubature); 

il grave sottodimensionamento dell’organico di Polizia Penitenziaria non riesce a far fronte alla custodia e alle richieste dei numerosi detenuti;

le carenze sanitarie determinano la impossibilità di eseguire visite e cure farmacologiche e specialistiche anche a fronte di gravi patologie e urgenze non rinviabili (ad esempio, per visite oculistiche, cure dentistiche e finanche prestazioni oncologiche si attendono diversi mesi se non anni).

A tutto ciò si aggiunge: la mancanza di attività di svago o sportive (anche per la mancanza di strumenti integri o idonei), la mancanza di frigoriferi funzionanti (con relativa impossibilità di conservare i cibi), il malfunzionamento degli ascensori (ormai totalmente in disuso), l’estremo ritardo o la mancata risposta alle istanze avanzate alla Magistratura di Sorveglianza, la mancata trasmissione delle relazioni di sintesi, la mancanza o la estrema esiguità di concrete opportunità di lavoro all’interno del carcere, la mancata realizzazione di opere di ristrutturazione dei reparti alcuni dei quali ormai ammuffiti, vetusti e logori sia nelle strutture murarie che in quelle idrauliche ed elettriche.

Ciononostante, la Direzione del Carcere, il Comandante e il personale tutto cercano di essere vicini alle esigenze dei reclusi e di migliorare per quanto possibile la struttura. Ne sono testimonianza le sartorie presenti sia nel reparto maschile che femminile, le aree verdi per gli incontri con i bambini, il progetto per la realizzazione di un canile con clinica veterinaria all’interno dell’istituto.

La realtà è che la politica e le istituzioni centrali tendono a disinteressarsi delle condizioni carcerarie demandando ai singoli istituti e alle singole direzioni, la risoluzione di ogni criticità. Con una sostanziale differenza: che senza adeguanti fondi e stanziamenti, le strutture penitenziarie continuano ad essere un mero contenitore di quelli che per molti vanno relegati nelle “discariche sociali”.

Nei prossimi giorni la Camera Penale, assieme all’Osservatorio Carceri UCPI, realizzerà una relazione dettagliata sulle condizioni della Casa Circondariale, relazione che sarà posta all’attenzione di politica, istituzioni e magistratura, per le opportune iniziative.