antica cittadella
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False generalità alla polizia
False generalità alla polizia

CASERTA - La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da R. C., un 31enne di Caserta, confermando la condanna a un anno di reclusione per il reato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale.

La sentenza

Con questa sentenza, la Suprema Corte ha messo la parola fine al procedimento giudiziario che era stato avviato dopo un controllo della polizia stradale in un'area di sosta autostradale, durante il quale l'uomo aveva fornito false generalità agli agenti.

Il ricorso presentato dalla difesa si articolava su quattro motivi principali. Tra questi, l'avvocato Michele Di Fraia sosteneva che mancasse la componente soggettiva del reato, poiché il suo assistito avrebbe fornito le generalità spontaneamente e senza essere direttamente interrogato. Inoltre, si contestava la nullità della sentenza di primo grado per presunte irregolarità procedurali legate all'assenza dell’imputato in aula, nonché la mancata applicazione delle attenuanti generiche e la mancata comunicazione sulla possibilità di accedere a pene sostitutive.

Rese false dichiarazioni

Tuttavia, la Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Rossella Catena, con la relazione della Consigliera Daniela Bifulco, ha rigettato tutti i motivi sollevati dalla difesa, considerandoli privi di fondamento giuridico. La Corte ha sottolineato che l'imputato aveva effettivamente reso false dichiarazioni in un contesto di controllo ufficiale da parte della polizia stradale, confermando che il reato era stato commesso ai sensi dell’articolo 496 del codice penale, che punisce chi fornisce false informazioni sulla propria identità a pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni.

Il Sostituto Procuratore Generale, Antonietta Picardi, aveva chiesto il rigetto del ricorso, richiesta che è stata accolta dalla Corte. Pertanto, la condanna a un anno di reclusione per R. C. è divenuta definitiva.