Agricoltori e pescatori si mobilitano, presidio anche nel Casertano
La mobilitazione è prevista per il 28 gennaio: protesta prevista all'uscita dell'A1
Capua (Bruno Bencivenga) - A partire dal 28 gennaio, l’Italia sarà attraversata da una mobilitazione nazionale promossa dal COAPI (Coordinamento di Agricoltori e Pescatori Italiani). Ci sarà un presidio anche a Capua, presso l’uscita autostradale A1. Si tratta di uno dei 99 presidi organizzati dal Nord al Sud del Paese per denunciare la crisi che colpisce agricoltura, pesca e trasformazione artigianale.
Le ragioni della protesta
La mobilitazione si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi derivanti dalla progressiva marginalizzazione di agricoltori e pescatori italiani, considerati pilastri della salvaguardia ambientale e della sovranità alimentare.
Il COAPI ha dichiarato: "Dal 28 gennaio 2025 torniamo in mobilitazione contro la crisi delle piccole e medie imprese dell’agricoltura, della pesca e della trasformazione artigianale. L’obiettivo è condurre una campagna di informazione sui rischi per i cittadini e per il paese, affinché si riconosca il ruolo centrale di agricoltori e pescatori."
Obiettivi della mobilitazione
Informare i cittadini: creare consapevolezza sui rischi di un’agroalimentare senza agricoltori e pescatori, coinvolgendoli in un’alleanza per il diritto al cibo e alla tutela del territorio.
Costruire una rete stabile: collegare le realtà che combattono contro le crisi economiche, sociali e ambientali nelle aree rurali e costiere, con l’obiettivo di creare una rete autonoma e duratura.
Ottenere il riconoscimento dello Stato di Crisi: chiedere al Governo Nazionale e ai Governi Regionali interventi straordinari per tamponare l’emergenza, fermare l’impoverimento rurale e delle comunità costiere e promuovere una riforma strutturale del settore.
Un appello per il futuro
La mobilitazione rappresenta una chiamata collettiva alla responsabilità, per difendere il diritto al cibo, la sostenibilità ambientale e il tessuto produttivo italiano. I presidi si propongono di essere luoghi di dialogo e di costruzione di un nuovo modello di sviluppo agricolo e ittico, in grado di garantire dignità e futuro a chi lavora la terra e il mare.