SESSA AURUNCA - Era stato accusato di aver intrattenuto contatti con l’esterno e di aver in uso un cellulare non consentito. Era stata chiusa la relativa indagine nei confronti di un giovane detenuto originario di Sessa Aurunca accusato di possedere un cellulare di ultima generazione e di comunicare con l’esterno nonostante detenuto presso la struttura penitenziaria sammaritana. 

L'indagine

Il giovane, originario del territorio aurunco, veniva citato dinanzi il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per la relativa udienza che si teneva nel mese di settembre 2024. L’incarico difensivo veniva affidato all’avv. Angelo Librace già impegnato in vari procedimenti penali proprio a carico di detenuti trovati in possesso di cellulari e oggetti non consentiti. L’indagine scaturiva a seguito di una perquisizione operata dalla Polizia Penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere; la stessa perquisizione veniva effettuata nel Reparto Danubio della Casa Circondariale e all’interno della camera detentiva veniva rinvenuto un cellulare. Il giovane veniva immediatamente indagato.

La difesa e la sentenza

L’avv. Librace si accorgeva che nella relativa informativa vi era riportato che il cellulare sequestrato non aveva alcuna scheda all’interno. Così, all’udienza predibattimentale celebrata dinanzi la Terza Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, l’avv. Angelo Librace faceva rilevare tale dato e chiedeva, pertanto, di non procedersi nei confronti del giovane per non aver commesso il fatto.  Il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, accoglieva in pieno le tesi difensive prospettate dall’Avv. Angelo Librace difensore di fiducia del giovane dopo aver svolto una complessa attività difensiva. Lo stesso Giudice emetteva sentenza di non doversi procedere per non aver commesso il fatto nei confronti del giovane. Venivano, pertanto, meno tutte le accuse mosse dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.