DRAMMA LAVORO. Caso Softlab, prorogata la cassa integrazione per 230 dipendenti: ora servono commesse
Softlab: cassa prorogata, Fiom-Cgil "ora urgono commesse" Lavoratori al Mimit, cig estesa ma futuro ancora incerto
MADDALONI - Sarà prorogata la cassa integrazione per i lavoratori della sede casertana di Softlab, azienda di informatica presente in tutta Italia. E' emerso dall'incontro tenuto dai sindacati al Mimit (Ministero Imprese e Made in Italy), in cui si è deciso in primis di garantire il sostegno al reddito dei lavoratori, essendo la cassa integrazione in scadenza al 31 dicembre prossimo.
Saranno quindi avviate le procedure per prorogare la cig, ma il risultato non tranquillizza lavoratori e sindacati, che chiedono certezze per il futuro, visto che i circa 230 dipendenti della sede Softlab di Maddaloni (in tutta Italia l'azienda ha circa 700 dipendenti), da quando sono stati assunti qualche anno fa, non hanno in pratica mai lavorato, restando quasi sempre in cassa integrazione con poche ore di lavoro o a zero ore, come sta avvenendo attualmente; solo una trentina di addetti è stata impegnata in qualche commessa, e attende alcune mensilità, mentre gli altri in cig attendono che l'azienda paghi la quota di cassa di propria spettanza da luglio (l'Inps ha regolarmente corrisposto le somme che le competono).
I lavoratori Softlab sono tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil di Marcianise, fuoriusciti da quest'ultima negli anni scorsi in seguito ad una crisi produttiva e assunti in Softlab sulla base di incentivi pagati da Jabil e di processi di reindustrializzazione voluti dalle istituzioni governative e regionali ma mai decollati.
Peraltro la multinazionale Usa aveva fatto da garante sulla capacità produttiva di Softlab. Il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco, oggi a Roma con i lavoratori Softlab, spiega che "la cassa integrazione non è la soluzione ad un problema occupazionale che doveva essere risolto da un progetto di ricollocazione rimasto sulla carta; era però doveroso non lasciare scoperti i lavoratori ex Jabil che si sono messi in gioco ed hanno accettato dí ricollocarsi perché si sentivano garantiti dalla presenza delle istituzioni regionali e nazionali.
Adesso lavoratrici e lavoratori non possono essere abbandonati dalle istituzioni e anche nell' incontro del prossimo 24 gennaio, chiederemo di lavorare ad una soluzione che dia prospettive occupazionali".