NEONATA MORTA. Genitori restano in carcere, il Riesame rigetta la scarcerazione. Padre trasferito in un altro penitenziario
SANTA MARIA A VICO. Neonata morta: i genitori della piccola Aurora Savino restano in carcere. Il tribunale del Riesame, come era nell'aria, ha rigettato l'istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati della difesa Davide Pascarella e Carlo Perrotta. Anna Gammella e Emanuele Savino (trasferito quattro giorni fa al penitenziario di Bellizzi in Irpiania), ritenuti gravemente indiziati di concorso in omicidio volontario pluriaggravato. Dalla ricostruzione dei fatti, emersa nel corso delle investigazioni, sembra infatti che il padre della neonata l’abbia colpita violentemente alla testa, provocandole una duplice frattura ossea e un ematoma. Pare, inoltre, che entrambi i genitori, nonostante avessero constatato le gravi sofferenze della figlia, non l’abbiano curata, causandone la morte per insufficienza cardiorespiratoria.
Le indagini, avviate dopo il ritrovamento del corpicino della piccola nella casa dei due, si sono basate non solo sull'autopsia ma anche sull'analisi dei telefoni cellulari della coppia, che erano stati sequestrati.
Le indagini, avviate dopo il ritrovamento del corpicino della piccola nella casa dei due, si sono basate non solo sull'autopsia ma anche sull'analisi dei telefoni cellulari della coppia, che erano stati sequestrati.
I carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Santa Maria Capua a Vetere su richiesta della Procura, nei confronti della giovane coppia di coniugi, lei 19enne, lui 26enne.
Le attività investigative hanno consentito di accertare le “reiterate condotte di maltrattamenti” ai danni della neonata, sul cui corpicino sono state riscontrate contusioni, ecchimosi, escoriazioni e ustioni, procurate dalla scarsa prudenza nella pulizia della piccola, lavata con acqua bollente.
Ai coniugi è stata contestata anche una condotta delittuosa in forma omissiva, non avendo mai sottoposto la bambina a controlli o visite mediche dalla nascita e fino alla morte, ricorrendo a cure fai da te, utilizzando rimedi inadeguati, come l'applicazione di strutto sulle ferite provocate dai traumi subiti.