Reggia di Caserta, Zinzi contro la sostituzione dei lecci
Il deputato casertano ha presentato un'interrogazione al ministro della Cultura Giuli
CASERTA - Il ministro della Cultura intervenga "per accertare che sul patrimonio boschivo della Reggia di Caserta sia stata effettuata un'analisi terza e imparziale avvalendosi della consulenza di professionisti di comprovata esperienza, esperti in silvicoltura, gestione di parchi e gestione del patrimonio verde di tale inestimabile valore", valuti l'opportunità "di sospendere il progetto di sostituzione integrale dei filari di lecci favorendo la riqualificazione con la sola sostituzione puntuale delle poche piante compromesse" e assuma iniziative "per garantire che nel parco vengano effettuate manutenzioni ordinarie e straordinarie nel pieno rispetto dei vincoli paesaggistici che gravano sulla Reggia". Lo chiede il deputato Gianpiero Zinzi (Lega) in un'interrogazione al titolare del Collegio Romano, Alessandro Giuli.
Il Parco Reale
"Il Parco Reale di Caserta con 76 ettari del Bosco di San Silvestro e 23 ettari del Giardino Inglese compongono un sistema paesaggistico unico; l'asse centrale, costituito dalla Via d'Acqua, completa l'effetto cannocchiale del porticato del Palazzo Reale, unendo idealmente la Reggia a Napoli tramite viale Carlo III; i filari di lecci della Via d'Acqua creano la prospettiva paesaggistica che costituisce l'immagine iconica della Reggia, sito Unesco noto in tutto il mondo; nella 'Giornata di studi dedicata al parco reale' (3 luglio 2023) fu ufficializzata la decisione di abbattere 750 lecci con il parere di 5 accademici (Università di Bologna, Marche, Firenze, Napoli) poiché oltre l'85 per cento di questi, ben 645, erano compromessi.
Contro il taglio di lecci
Il taglio dei lecci altera l'architettura verde a danno dei cittadini che vedrebbero ridursi l'importante polmone verde della città ma anche l'immagine iconica del monumento nazionale. Il consorzio universitario di ricerca Benecon ha fornito i risultati del tele rilevamento con sensori iperspettrali aviotrasportati, con verifica dell'attività clorofilliana per cui risultava che il 7 per cento degli esemplari erano da sostituire per l'elevato stress idrico mentre i rimanenti soggetti risultavano in buona salute; i tecnici delle associazioni ambientaliste Lipu, Legambiente e L'altritalia ambiente, con indagini strumentali sul campo sono pervenuti al risultato che i lecci compromessi da sostituire sono inferiori al 10 per cento".