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La decisione del Tribunale del Riesame
La decisione del Tribunale del Riesame

SANTA MARIA CAPUA VETERE - Il Tribunale del Riesame di Napoli ha rigettato la richiesta di misure cautelari avanzata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di 28 agenti di polizia penitenziaria coinvolti nel secondo filone dell'inchiesta sulle torture avvenute il 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere.

La richiesta della Procura

Durante quella "perquisizione straordinaria", i detenuti furono picchiati e costretti a subire trattamenti degradanti. La Procura aveva richiesto l'applicazione di misure cautelari, tra cui arresti domiciliari e obblighi di dimora, oltre alla sospensione dal servizio per un anno, ma la richiesta è stata respinta sia dal giudice per le indagini preliminari (GIP) che dal Tribunale del Riesame.

Le accuse per i 41 indagati

Gli agenti coinvolti provengono da diversi istituti penitenziari: 15 da Secondigliano, 12 da Santa Maria Capua Vetere e uno da Avellino. In totale, nel secondo filone dell'inchiesta sono 41 le persone indagate, tra cui agenti di polizia penitenziaria, funzionari del DAP e due medici dell'ASL di Caserta. Gli indagati sono accusati di tortura, lesioni aggravate, abuso d'autorità e maltrattamenti.

Il processo riguarda una vicenda che ha scosso profondamente l'opinione pubblica e ha portato all'apertura di un maxi processo che coinvolge 105 persone, tra cui diversi operatori penitenziari e funzionari. Nonostante il rigetto delle misure cautelari, l'inchiesta continua, e il procedimento legale va avanti per determinare le responsabilità individuali in merito agli abusi avvenuti all'interno del carcere.