antica cittadella
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CASERTA - La provincia di Caserta si conferma tra le aree con il reddito pro capite più basso in Italia, nonostante un incremento significativo dell'11,1% rispetto all'anno precedente. Secondo l'analisi di Unioncamere in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne, basata sulle stime 2023 del reddito disponibile delle famiglie, Caserta registra un reddito medio di 14.683 euro procapite.

Peggio fa solo la provincia di Foggia, con un reddito di 14.554 euro, seguita da Agrigento con 14.802 euro. Sul fronte opposto, Milano guida la classifica con 34.885 euro, seguita da Bolzano (31.160 euro) e Monza e della Brianza (29.452 euro).

Un quadro più equilibrato ma persistono le disuguaglianze

Il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, sottolinea che "la geografia dei redditi delle famiglie è più 'democratica' rispetto a quella della produzione, con distanze territoriali meno accentuate". Mentre il valore aggiunto pro capite mostra una differenza di 3,6 volte tra la provincia più ricca e quella più povera, per il reddito disponibile la differenza si riduce a 2,4 volte.

Esposito evidenzia che questo fenomeno è in parte spiegato dai trasferimenti pubblici, che nel Mezzogiorno incidono per circa il 40%, rispetto alla media italiana del 35%. Inoltre, sebbene la crescita economica abbia influito sulle retribuzioni nominali, le retribuzioni per lavoratore dipendente nel Sud rimangono circa il 15% inferiori alla media nazionale.

Il Centro Italia in ritardo

Un'altra criticità evidenziata dallo studio riguarda il Centro Italia, la cui crescita del reddito disponibile tra 2021 e 2023 è risultata inferiore rispetto al resto del Paese, accentuando ulteriormente il divario economico tra le diverse aree del Paese.

Nonostante l’aumento dell'11%, la provincia di Caserta resta una delle aree più svantaggiate d’Italia in termini di reddito disponibile. Questo scenario solleva interrogativi importanti sulla necessità di interventi strutturali per migliorare la situazione economica e ridurre le disuguaglianze territoriali.