Trasportavano rifiuti speciali senza autorizzazione: la sentenza per due maddalonesi
La Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda che risale all'ottobre del 2022

MADDALONI - La Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da due cittadini di Maddaloni, confermando la sentenza della Corte d'Appello di Napoli. Gli imputati erano stati condannati a sei mesi di arresto per il reato di gestione di rifiuti non autorizzata.
I fatti e le contestazioni
La vicenda risale alla sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 25 ottobre 2022, che aveva riconosciuto i due colpevoli di attività illecite legate alla raccolta, trasporto e recupero di rifiuti speciali non pericolosi senza la necessaria autorizzazione. La Corte d'Appello aveva confermato tale pronuncia.
Nel loro ricorso, i due imputati, assistiti da un unico difensore, avevano sollevato diverse censure:
- Violazione di legge e vizio di motivazione: Gli imputati sostenevano che il reato di gestione dei rifiuti fosse un "reato proprio", applicabile solo agli imprenditori, categoria a cui essi non appartenevano.
- Occasionalità della condotta: Contestavano che la loro attività fosse priva di organizzazione e del carattere di continuità richiesto per configurare il reato.
- Quantificazione della pena e attenuanti: Lamentavano il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.
- Confisca del mezzo utilizzato: La difesa rilevava che il veicolo utilizzato per il trasporto non era stato sequestrato durante le indagini e che la confisca era stata disposta senza che gli imputati avessero potuto difendersi sul punto.
Le motivazioni della Cassazione
La Corte ha respinto tutti i motivi di ricorso, ritenendoli manifestamente infondati:
- Soggetto attivo del reato: La Cassazione ha ribadito che l’articolo 256 del D.Lgs. 152/2006 non limita la responsabilità agli imprenditori. Il reato può essere commesso da chiunque eserciti, anche di fatto, attività di gestione di rifiuti senza autorizzazione.
- Occasionalità irrilevante: Il reato di gestione abusiva si perfeziona anche con una sola condotta tra quelle previste dalla norma (raccolta, trasporto, recupero, ecc.), purché non si tratti di un’attività del tutto estemporanea. Nel caso in esame, le condotte dimostravano un minimo di organizzazione e reiterazione, sufficienti a configurare il reato.
- Pena e attenuanti: La Corte ha confermato la correttezza della pena inflitta, considerando che i giudici di merito avevano già valutato tutti gli elementi rilevanti.
- Confisca del veicolo: La Cassazione ha ritenuto che, trattandosi di uno strumento utilizzato per il reato, la confisca fosse legittima anche in assenza di un sequestro preliminare.
La decisione della Cassazione chiude definitivamente il procedimento, confermando l'importanza del rispetto delle normative ambientali e la severità con cui viene punita la gestione illecita di rifiuti.