BRUCELLOSI BUFALINA. Malore per un allevatore dopo l'abbattimento dei vitelli: è grave in terapia intensiva
BRUCELLOSI BUFALINA. Malore per un allevatore dopo l'abbattimento dei vitelli: è grave in terapia intensiva
CASERTA / PROVINCIA - Un allevatore bufalino del casertano è stato ricoverato all'ospedale Cardarelli di Napoli, dove si trova ora in terapia intensiva, in seguito ad un malore provocato dall'abbattimento delle bufale della sua azienda, partito di recente dopo la positività alla brucellosi di alcuni capi, e che sta proseguendo nonostante l'allevatore abbia chiesto al servizio veterinario dell'Asl di Caserta di effettuare le controanalisi per accertare che i capi siano davvero malati.
Il malore è arrivato mentre venivano portati via i vitelli per essere abbattuti. A rendere noto l'episodio è stata l'Associazione tutela allevamento bufala mediterranea, che fa parte del Coordinamento di associazioni di allevatori bufalini del Casertano che da oltre un anno si batte perché la regione Campania modifichi la sua strategia di eradicazione di brucellosi e tubercolosi bufaline, basata soprattutto sugli abbattimenti dei capi trovati positivi ad una prima analisi; patologie che colpiscono soprattutto gli allevamenti del Casertano.
Il portavoce degli allevatori Gianni Fabbris si è subito recato in ospedale «per portare alla famiglia dell'allevatore la solidarietà di tutto il movimento e dei cittadini che ne sostengono le ragioni. Nulla resterà impunito» assicura Fabbris.
Negli ultimi anni, come reso noto dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nel novembre 2021, sono state abbattute 140mila bufale campane - quasi tutte in allevamenti del Casertano - da cui si ricava il latte per la mozzarella di bufala campana dop; tutte abbattute per sospetta brucellosi o tbc bufalina, ma poi risultate sane per quasi il 99% da analisi post mortem.
Da altri dati forniti dalla Commissione Europea nel corso del convegno organizzato dall'eurodeputato del Gruppo Greens/Efa Piernicola Pedicini e tenutosi a Bruxelles il 7 dicembre scorso, cui ha preso parte una delegazione di allevatori con il sindaco di Casal di Principe Renato Natale, è emerso poi che nel Casertano, provincia dove la mozzarella di bufala è nata e dove si concentrano la stragrande maggioranza di capi, il numero delle bufale si è ridotto del 6%, mentre nel Salernitano, altra zona di allevamenti e produzione della bufala, il numero degli animali è aumentato del 14%, tanto che per l'Europa non sussiste un problema di minor produzione del latte e dell'oro bianco (la bufala dop); entrambi gli indicatori sono infatti in aumento.
«Il problema è tutto del Casertano» disse durante il convegno Renato Natale, secondo cui c'è «il sospetto di un trasferimento di produzione della mozzarella di bufala campana in altri posti, della Campania e forse altrove, un tentativo di ridurre la produzione casertana, dove la mozzarella di bufala è nata, e farla diventare di produzione industriale e intensiva, disattendendo la sua natura profondamente artigianale».