La tornata elettorale del prossimo 14 e 15 maggio si avvicina sempre più velocemente. Anche i cittadini del comune di Maddaloni sono chiamati alle urne, ma scegliere chi votare tra i numerosi candidati è sempre più difficile. C’è chi ha una lunga esperienza a livello amministrativo, e chi invece è alla sua prima volta. Un esordiente, proprio come Giovanni Bocciero, giovane esponente della lista civica Riscossa di Maddaloni che ha però le idee piuttosto chiare.

Allora Giovanni, sei un esordiente che sa però il fatto suo?

«Come ho avuto modo di dire già in altre occasioni, mi sono sempre interessato della politica locale ma da una posizione da spettatore. Oggi credo che i tempi fossero maturi per provare questo tipo di esperienza in prima linea, anche per cercare di portare alla luce cose sulle quali mi sono impegnato in passato e sulle quali voglio impegnarmi per il futuro».

Parliamo, appunto, di una cosa che ti ha visto protagonista come il nuovo campo sportivo?

«È forse la cosa di cui vado più fiero nella mia vita. Tutto è iniziato il 4 aprile del 2019, quando all’epoca ero presidente dell’associazione Alberto Tixon ed ho organizzato il convegno presso la biblioteca comunale sulla 'Riforma dello sport'. Un incontro che aveva l’obiettivo di riaccendere i riflettori sul progetto del campo sportivo nella nostra città, da troppi anni finito nel dimenticatoio. Al dibattito ho invitato in qualità di relatori, sfruttando alcuni contatti che sono riuscito ad allacciare durante il mio impegno lavorativo a Roma, l’attuale ministro dello Sport Andrea Abodi e l’attuale sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro. All’epoca Abodi era presidente dell’Istituto del Credito Sportivo, e purtroppo il giorno prima fu così gentile da telefonarmi di persona per dirmi che impegni istituzionali lo avevano trattenuto a Milano. Questo però non ci ha fermato, perché lo ha sostituito egregiamente Eduardo Gugliotta, manager dell’istituto responsabile dei fondi speciali. Con lui abbiamo aperto un canale di discussione, che nel febbraio del 2020 mi ha visto accompagnare il sindaco Andrea De Filippo, insieme al consigliere comunale Claudio Marone, presso la sede dell’Istituto per il Credito Sportivo a Roma. Abbiamo fatto visionare il vecchio progetto e preso nota di tutti gli accorgimenti che bisognava fare per poter accedere al bando di finanziamento. Come ad esempio il necessario parere favorevole della Lega Nazionale Dilettanti per quanto riguardava l’erba sintetica. Altra cosa sulla quale ci siamo subito attivati. La pandemia ha un po’ rallentato i lavori, ma siamo riusciti comunque ad avere il finanziamento da circa 1 milione e 750 mila euro. E come detto dal sindaco De Filippo, la scorsa settimana sono scaduti i termini per le presentazioni delle domande da parte delle ditte interessate alla sua costruzione. Per cui davvero aspettiamo solo la posa della prima pietra per dare una casa nuova alla Maddalonese, che quest’anno è stata costretta a giocare in esilio ad Arienzo. E non finisce qui»

Perché non finisce qui?

«Perché il comune ha un altro progetto in cantiere da diversi anni. Si tratta di una sorta di cittadella dello sport che dovrebbe sempre sorgere nell’area dove sarà costruito il campo sportivo e dove è già allocato il palazzetto dello sport. Si tratterebbe di un'area con strutture multidisciplinari, e addirittura il vecchio progetto prevede anche un anfiteatro. C’è però la necessità di rivedere la bozza prima di pensare di poter avere un nuovo finanziamento. Una cosa alla volta».

Cos’altro potrebbe esserci in cantiere per il futuro?

«Ti posso dire quale sarebbe il mio sogno: riaprire il castello. E in questo senso posso dire che proprio la scorsa settimana mi sono sentito col dottor Gugliotta dell’Istituto per il Credito Sportivo, che finanza anche iniziative culturali. L’idea di fondo è semplice ma comunque richiede dei passaggi necessari. Innanzitutto il comune dovrebbe intavolare una trattativa privata con la famiglia proprietaria dell’edificio. La stipula di questo contratto dovrebbe prevedere la cessione della gestione dell’immobile al comune almeno per 90 anni, requisito necessario per vincolare il castello e per permettere così all'ente di poter accedere a qualsiasi tipo di finanziamento. Solo così si può riportare alla vita la struttura, che può diventare un luogo dove organizzare mercatini vari, da quelli natalizi all’antiquariato ad esempio, per non parlare di eventi legati al tema medievale. E poi sarebbe necessario metterlo in rete con il Museo civico e perché no, con la stessa Reggia di Caserta. L’Istituto per il Credito Sportivo è in attesa di conoscere proprio dal ministero della Cultura i fondi da poter elargire attraverso un bando per questo tipo di progetti. E visto che il comune ha avuto 5 milioni per il dissesto idrogeologico della parte alta della città, la riqualificazione del castello potrebbe davvero far rivalutare l’intera zona pedemontana di Maddaloni. Logico che il punto cardine di tutta la faccenda è la trattativa privata con la famiglia proprietaria del castello. Il primo passo da fare è sondare la loro disponibilità a una tale soluzione, per il bene del recupero dell’edificio, affinché possa ritornare a vivere».

Recuperare il castello sarebbe davvero una cosa straordinaria?

«Lo è davvero, e come ho avuto modo di descrivere non è nemmeno una cosa impossibile. Occorre solo la volontà da più parti. E ti posso dire che sarebbe straordinario anche recuperare il teatro Alambra. Ma questa è un’altra faccenda sulla quale abbiamo discusso, e per la quale abbiamo ipotizzato delle idee per le quali dobbiamo però valutare la fattibilità. Dunque parlarne adesso è precoce».