Frana a San Felice, la rabbia della Cisal: "Urge messa in sicurezza"
Il segretario Palumbo contro la Regione: "E' tempo di invertire la rotta"
SAN FELICE A CANCELLO - Il ritrovamento operato nel comune di San Felice a Cancello dai Vigili del Fuoco, del secondo disperso della frana del 27 Agosto, pone tragicamente fine alle lunghe ricerche. Al momento dell'ondata di fango ed acqua l'uomo si trovava a bordo di un motocarro a tre ruote in compagnia della madre, la cui salma era stata rinvenuta nel laghetto dell'ex cava Giglio lo scorso 2 Settembre.
La rabbia della Cisal
"Per rispetto dei parenti e di coloro che stavano operando le ricerche abbiamo mantenuto sulla faccenda un religioso silenzio" ha commentato il Segretario Generale della Cisal Caserta Ferdinando Palumbo "ma oggi non possiamo far altro che manifestare la nostra rabbia per un territorio, quello della provincia di Caserta, che vive l'incuria e l'abbandono. Al netto della tragedia di fine Agosto" ha proseguito il sindacalista "non possiamo non constatare come troppo spesso non venga posta in essere una puntuale messa in sicurezza dei territori a cominciare proprio dalla città capoluogo dove ad ogni acquazzone viene giù un albero.
E' tempo di invertire la rotta
Nell'ultimo ventennio, a partire dalla Giunta Bassolino, passando per quella Caldoro sino ad arrivare ai giorni nostri, la Regione Campania ha provato a realizzare e talvolta ha varato piccole riforme della forestazione all'insegna del risparmio, il cui impatto si è tradotto con la precarietà degli addetti e peggio ancora con le complicate rendicontazioni delle spese che hanno creato interventi a macchia di leopardo. I morti del 27 Agosto sono lì a rappresentare che è giunto il tempo di invertire la rotta".