Detenuto tenta l'evasione dal carcere: scoperto e fermato dagli agenti della polizia Penitenziaria
Detenuto tenta l'evasione dal carcere: scoperto e fermato dagli agenti della polizia Penitenziaria
SANTA MARIA CAPUA VETERE - Un detenuto tunisino ha tentato di evadere, ieri pomeriggio, dal carcere di Santa Maria Capua Vetere, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il compimento del grave evento critico.
A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Ricostruiscono i fatti Tiziana Guacci e Vincenzo Berrini, rispettivamente segretario regionale della Campania e dirigente locale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria: “Un detenuto tunisino, ieri, ha saltato il muro del cortile dei passeggi, ed ha tentato, con un bastone, di avere uno strumento di ausilio per una rudimentale corda che aveva con sé per raggiungere il muro di cinta e portare a compimento quella che sarebbe stata una clamorosa evasione. Il personale di Polizia Penitenziaria è immediatamente intervenuto e, grazie in particolare all’arguzia di un Assistente capo coordinatore, lo ha scorto nascosto vicino ad alcuni bidono e lo hanno bloccato.
Ottimo intervento della Polizia Penitenziaria che ha evidenziato la professionalità ed il senso del dovere con cui espleta il suo servizio, nonostante una oggettiva e grave carenza di organico. Al ministero chiediamo di prevedere una ricompensa ai poliziotti che sono stati parte attiva nello sventare l’evasione”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha parole di elogio per i poliziotti di S. Maria Capua Vetere che hanno sventato l’evasione: “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga al detenuto. I nostri Agenti sono stati bravissimi a fermare il fuggitivo. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini.
La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, nonostante questa di Santa Maria Capua Vetere è una struttura detentiva con un direttore ed un Comandante di Reparto molto sensibili ed attenti alle esigenze degli Agenti”.
“Provvedimenti urgenti” sollecita, che nei giorni scorsi ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: “nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”.
Capece ricorda di avere espresso nei giorni scorsi “apprezzamento anche per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane” ed auspica “che analoghi accordi vengano assunti con i Paesi che hanno un alto numero di loro connazionali tra i detenuti in Italia, ovvero Romania, Nigeria, Marocco e Tunisia”, Paese di cui è originario il detenuto protagonista della protesta nel carcere di S. Maria Capua Vetere”.