L'ex capo dei Casalesi Schiavone parla, le reazioni: "Dica tutto quello che sa"
Le dichiarazioni del sindaco Renato Natale e dell'Ordine dei Giornalisti della Campania
CASAL DI PRINCIPE – Com’era prevedibile, la notizia del pentimento dell’ex capo dei casalesi Francesco Schiavone detto Sandonkan ha suscitato una serie di reazioni nell’opinione pubblica e nelle istituzioni. Schiavone avrebbe cominciato a parlare con i giudici già da una settimana dopo 26 anni di carcere duro.
La reazione del sindaco Natale
"Ne sono contento e spero che possa fare luce su un periodo oscuro della nostra storia, ma anche a farci individuare quegli angoli ancora nascosti che possano rappresentare un pericolo futuro per la nostra gente, per la nostra economia e nostre Istituzioni", ha dichiarato il sindaco di Casal di Principe Renato Natale.
La nota dell'Ordine dei Giornalisti campani
"Se la collaborazione sarà rispettosa della verità, alcuni pezzi di storia fin qui conosciuti cambieranno e saranno riscritti in base a quanto veramente accaduto. A cominciare dalla scomparsa di Antonio Bardellino e dall'identità delle sponde politiche e imprenditoriali del clan". Così, i componenti della commissione Legalità dell'Ordine dei giornalisti della Campania, presidente Marilù Musto e Tina Cioffo vice, dopo aver appreso del percorso verso la collaborazione con la giustizia del capoclan del cartello dei Casalesi Francesco Schiavone "Sandokan" dopo 26 anni di carcere duro. "Schiavone potrebbe, innanzitutto, chiarire se in questi anni il 41 bis ha funzionato, ma soprattutto potrebbe svelare la rete di relazioni della camorra con l'ala imprenditoriale e politica che ha permesso la sopravvivenza del gruppo criminale fra i più pericolosi in Europa. Su molti fatti di sangue la verità giudiziaria ha già ottenuto molti risultati anche senza il suo aiuto". La commissione - composta anche da Vincenzo Sbrizzi, Giovanni Taranto, Luisa Del Prete, Anna Liberatore, Nicole Lanzano e Federica Landolfi - si augura "che siano resi noti i patti che hanno "condannato la periferia di Caserta e Napoli all'identificazione con la Terra dei fuochi a causa di sversamenti abusivi di rifiuti speciali, in modo che non fosse possibile la creazione di un sistema circolare per lo smaltimento dei rifiuti. Schiavone renda noto i contatti con le mafie nell'area vesuviana".