antica cittadella
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CASAL DI PRINCIPE - "Questa indagine è anche un messaggio ai camorristi che dopo anni non devono mai sentirsi al sicuro da tali inchieste; la giustizia arriva sempre anche perché le indagini non finiscono mai". Lo ha detto, parafrasando Eduardo De Filippo, il procuratore aggiunto Antonio D'Amato nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dopo il sequestro di due lussuose ville del valore di 450mila euro al killer e boss del clan dei Casalesi Giuseppe Setola.

Per gli inquirenti i soldi utilizzati per acquistare i terreni su cui sono poi sorte le due ville (verosimilmente completamente abusive) sarebbero quelli "sporchi" provenienti soprattutto dalle estorsioni ad operatori economici mentre finora risultava che il denaro utilizzato fosse quello della liquidazione del suocero.

"Le inchieste sugli interessi economici dei Casalesi continueranno: noi non molliamo", ha aggiunto il comandante provinciale dei Carabinieri di Caserta Manuel Scarso che, con i capi del Reparto Operativo Salvatore Sferlazza e del Nucleo Investigativo Gianluca Galiota, e con il procuratore Pierpaolo Bruni, hanno preso parte all'incontro con i giornalisti.