antica cittadella
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VILLA LITERNO - Nella giornata di oggi, su richiesta di convalida di autonomo provvedimento emesso in via d'urgenza dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta (NIPAAF) ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso l'8 ottobre dal Gip del Tribunale di Napoli Nord, avente ad oggetto un'area di oltre 10.000 metri quadrati sita nel comune di Villa Literno, nelle vicinanze dell'Oasi delle Soglitelle, sulla quale sono stati rinvenuti circa 200.000 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi e non comprensivi di centinaia di pezzature di cemento amianto.

L'indagine

Il sequestro trae spunto investigativo da un servizio svolto d'iniziativa dai militari del Nucleo Investigativo, nel corso del quale, fu avvistato un escavatore in movimento intento all'esecuzione di lavori di livellamento.  In tale circostanza, si appurava che erano in corso lavori di realizzazione di un impianto fotovoltaico, individuando la ditta affidataria dei lavori in una società greca con sede operativa a Milano, mentre la società proponente l'iniziativa di produzione di energia elettrica, anch'essa con sede a Milano, aveva acquisito il sito in forza di diritto di superficie stipulato con altra società con sede a Castel Volturno. 

Gli esiti degli accertamenti preliminari, anche alla luce della documentazione fornita dalle ditte interessate al progetto, permettevano di riscontrare la presenza sull'area di rifiuti di diversa natura, nonché l'esistenza di un riempimento di materiale, rispetto ai terreni limitrofi, con quote che oscillano da 50 centimetri a quote superiori a 2 metri. 

Sulla base di ciò la Procura della Repubblica assumeva la direzione delle indagini e delegava ai militari forestali del NIPAAF urgenti approfondimenti, da svolgersi unitamente ai tecnici dell'Arpac del Dipartimento di Caserta, finalizzati ad accertare l'entità e la natura del riempimento rilevato.

carabinieri forestali

La ricostruzione

Le risultanze dell'attività investigativa delegata permettevano di ricostruire dettagliatamente la vicenda, acclarando che l'area oggetto della realizzazione dei lavori interessava una superficie, stimabile a vista, di oltre 10 ettari, interamente occupata da un riporto di rifiuti speciali pericolosi e non, costituiti da materiale e rifiuti misti provenienti da attività di costruzione e demolizioni edili di diversa pezzatura, frammisti a plastiche, legno, pezzature di miscele bituminose, guaina bituminosa, batterie al piombo, materiale ferroso e svariati pezzi verosimilmente di cemento amianto, peraltro campionati dal personale ARPAC per le analisi di competenza.  In particolare, durante il sopralluogo svolto il 1° ottobre dai militari forestali e da personale tecnico dell'ARPAC, constatata l'assenza di documentazione attestante la provenienza dei rifiuti presenti sul sito e l'inesistenza di autorizzazioni al riempimento terra, si profilava, nell'immediato, l'esistenza di un deposito incontrollato di rifiuti.

A ciò si aggiunge che, ferma restando la necessità di ulteriori approfondimenti che diano conto della concreta entità del danno ambientale cagionato e della misurazione dello stesso, le indagini fino ad ora svolte hanno comunque permesso di accertare che gli sversamenti effettuati in violazione della normativa avevano ad oggetto anche materiale contenente amianto, con evidente pericolo di dispersione anche aerea delle fibre di tale sostanza.  Peraltro, dalle indagini svolte è anche emersa la rintracciabilità di un ulteriore evento di danno legato al mutamento geomorfologico dell'area che si presenta con un piano di suolo rialzato fino a 2 metri costituito dai rifiuti. Le ricadute che ne derivano in termini di pericolo di protrazione o aggravamento delle conseguenze del reato, o di commissione di ulteriori reati in caso di libera disponibilità dell'area in argomento, hanno indotto la Procura della Repubblica ad emettere, il 2 ottobre ed in via d'urgenza, un decreto di sequestro preventivo eseguito successivamente dai militari forestali del NIPAAF. Tale area, sottoposta al vincolo reale del sequestro anche per il delitto di inquinamento ambientale, veniva affidata in custodia giudiziaria al sindaco di Villa Literno.