antica cittadella
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SANTA MARIA CAPUA VETERE - "859 detenuti presenti su 1.075 posti disponibili e soli 483 operatori di Polizia penitenziaria in servizio, di cui 60 distaccati al Nucleo Operativo Traduzioni e piantonamenti. Tutto ciò a dispetto di un fabbisogno quantificato dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria in almeno 743 unità". Questi i dati relativi al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) diffusi dalla Uilpa polizia penitenziaria dopo il sopralluogo effettuato dai dirigenti sindacali, tra cui il segretario generale Gennarino De Fazio e il segretario regionale Domenico de Benedictis.

De Fazio parla di "quadro allarmante che investe le sezioni maschili e quella femminile del carcere casertano. Il 19% di detenuti in più e il 36% di operatori in meno certificano la grave emergenza della struttura, che incide pesantemente sui livelli di sicurezza così come sulle condizioni di detenzione e della qualità dei servizi offerti all'utenza".

"Rivolgiamo, pertanto - aggiunge il sindacalista - un nuovo appello al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al governo tutto affinché si adottino concrete iniziative di carattere emergenziale con assunzioni straordinarie per potenziare il Corpo di polizia penitenziaria, mancante di ben 18mila unità. Ma necessitano anche misure organizzative che impediscano che, a fronte dei predetti vuoti negli organici del carcere di Santa Maria Capua Vetere, si mantenga un esubero del 38% degli operatori impiegati negli uffici del Provveditorato regionale di Napoli".

"Santa Maria Capua Vetere - spiega il segretario generale Uilpa polizia penitenziaria - sconta peraltro pesantemente ancora gli strascichi dei gravi eventi della primavera del 2020 (le violenze del 6 aprile commesse dagli agenti ai danni dei detenuti, ndr) con appartenenti al Reparto di polizia penitenziaria ancora sospesi in via cautelare, nonostante non abbiano avuto un ruolo diretto in quei fatti, sui quali in queste settimane si sta celebrando il processo penale. Discernere fra le diverse responsabilità, oltre che rispondere a principi di civiltà giuridica - sottolinea De Fazio - consentirebbe di dare respiro non tanto a coloro che risultano personalmente coinvolti, quanto all'organizzazione carceraria campana".