antica cittadella
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Mazzette per il Tfa
Mazzette per il Tfa

CASERTA - Un nuovo scandalo legato alla corruzione è emerso a seguito di un'indagine della Procura di Cassino, che ha rivelato un sistema illecito volto a garantire il superamento del concorso per il TFA (corso di abilitazione al sostegno) dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, relativo all'anno accademico 2022-2023. Quattro persone della provincia di Caserta, residenti a Casapesenna, San Marcellino, Lusciano e Casal di Principe, sono indagate in relazione a questa vicenda.

Gli indagati

Tra gli indagati figurano Giancarlo Baglione, titolare di un centro di formazione privato, Massimiliano Mignanelli, Direttore dell’Area Risorse Umane dell’Ateneo, e Riccardo Matteo, un intermediario, oltre ai commissari Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli, e il candidato Alessandro Zagaria di Lusciano. Secondo l'accusa, il gruppo avrebbe organizzato un sistema corruttivo che permetteva a Zagaria di superare la selezione in cambio di denaro.

I soldi per ottenere le domande del test

Il meccanismo illecito avrebbe visto il versamento di un acconto di 4.000 euro da parte del candidato, su un totale di 14.000 euro, per ottenere in anticipo le domande del test preselettivo. Baglione avrebbe ricevuto la lista delle domande da Mignanelli e l'avrebbe poi passata a Matteo, che a sua volta le ha fornite a Zagaria. I commissari Arduini e Chiusaroli avrebbero offerto il loro supporto per rendere credibile l'accordo.

Le chat Whatsapp

Nonostante il pagamento e la collaborazione, il piano non ha avuto successo: Zagaria non è riuscito a superare la prova preselettiva. Tuttavia, il fallimento della prova ha permesso agli inquirenti di ricostruire il sistema corruttivo, grazie anche ad alcune chat recuperate su WhatsApp, che hanno confermato il pagamento illecito. In particolare, un documento manoscritto, che faceva riferimento al "Pagamento TFA", ha chiarito la natura del pagamento.

Gli indagati sono accusati di concorso in corruzione e compravendita di favori illeciti, secondo gli articoli 110, 319 e 321 del Codice Penale. Il caso ha suscitato indignazione sia nel mondo accademico che tra i cittadini, e si attendono sviluppi nelle indagini.