Tentata estorsione al consigliere regionale, Zannini ascoltato in aula
La testimonianza in Tribunale: dai rapporti con La Torre al tentativo di estorsione
MONDRAGONE – Il consigliere regionale Giovanni Zannini è intervenuto in qualità di testimone al processo che vede imputato Francesco Tiberio La Torre, alias Puntinella, cugino del boss Augusto La Torre, accusato di tentata estorsione nei confronti del consigliere e di due imprenditori Alfredo e Pasquale Campoli, padre e figlio.
I rapporti con La Torre
Zannini davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Giovanni Caparco, ha riferito sulla natura dei suoi rapporti con l’accusato dichiarando di essere stato il suo avvocato fino alla sua elezione a consigliere regionale. La fine dei rapporti fu dovuta ad una divergenza sulla linea difensiva.
L'aggressione del figlio
Il consigliere regionale inoltre ha raccontato che nel 2010, mentre si trovava al lido Sinuessa a ballare ad una festa si è visto avvicinare il figlio di Francesco Tiberio La Torre, Antonio, si avvicinò e lo schiaffeggiò in pubblico: “(Antonio) si allontana e nel guadagnare l’uscita spacca una cassa. Si crea il panico. La sala si svuota. Io esco fuori e mi lancia una pietra, e mi viene incontro cercando di aggredirmi. Io prendo un casco da un motorino lì parcheggiato e glielo lancio colpendolo alla testa. Dopo infatti ebbe dei punti di sutura”. Dopo questo episodio il consigliere non uscii per giorni, ma dopo ebbe un chiarimento con Antonio, che voleva avere una vita diversa da quella del padre.
Il tentativo di estorsione
Al termine del resoconto Zannini ha poi parlato della presunta estorsione da parte di Francesco Tiberio La Torre. Il consigliere ha riferito di essere stato avvicinato due volte da questo dopo la sua scarcerazione. La prima a casa sua alle sei del mattino e la seconda una domenica mattina fuori al bar che Zannini frequenta nel giorno festivo. Il consigliere ha poi ricostruito la giornata dell’8 maggio 2024 quando ovvero sarebbe avvenuta la richiesta di 50mila euro a Pasquale Campoli, amico di Zannini. In questo contesto La Torre avrebbe richiesto il pagamento della somma nella serata stessa altrimenti avrebbe sparato al consigliere. Queste minacce furono riferite dal Campoli a Zannini.
Queste dichiarazioni però non sarebbero state mai inserite nel corpo delle denunce successive. Emergono inoltre dal processo altre divergenze sull’incontro in caserma tra Alfredo Campoli e Giovanni Zannini quando il consigliere regionale avrebbe invitato l’amico a dire tutta la verità.
Si tornerà in aula nel mese di settembre.