antica cittadella
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Accoltella la compagna a scuola, il vescovo: "Siamo tutti colpevoli, veri responsabili siamo noi adulti"

CASERTA - "Siamo tutti colpevoli. Non solo chi ha estratto il coltello". Lo scrive in un messaggio diffuso in queste ore il vescovo di Caserta Pietro Lagnese (nominato da qualche giorno anche arcivescovo di Capua), che interviene sull'episodio della minore di 17 anni che ieri ha accoltellato una compagna di scuola 18enne in classe, all'istituto superiore Buonarroti.

Il prelato, che esprime "dolore e rammarico" per la vicenda avvenuta a scuola, ripete le stesse parole usate a fine estate 2022 durante l'omelia dei funerali del 18enne Gennaro Leone, accoltellato e ucciso in seguito ad un banale litigio per le strade della movida a Caserta da un ragazzo di un anno più grande.

"È quanto sento di dover dire anche in questa occasione - ribadisce il Vescovo - siamo tutti colpevoli. C'è un ritorno ad atti di violenza che non può lasciarci indifferenti. La tragedia di Gennaro non ha insegnato a tenersi lontani dalla tentazione di far male a un'altra persona. Non deve accadere mai più. Due anni fa la strada si trasformò in violenza.

Oggi, ancora peggio, è una scuola a trasformarsi in palestra del terrore. Auguro una pronta guarigione alla ragazza ferita e vicinanza ad entrambe le famiglie coinvolte nel triste episodio. La mia solidarietà alla dirigente, ai docenti e agli studenti del Buonarroti. Il dramma è stato scongiurato dal pronto intervento di un compagno di classe, ma oggi potremmo stare a piangere una nuova morte".

"La tentazione - aggiunge Lagnese - sarebbe di puntare il dito sul colpevole. La giustizia, certo, farà il suo corso e ci indicherà le responsabilità e ciò che è successo. Ma sarebbe ipocrisia pensare che il colpevole sia una sola persona. Non possiamo lavarci le mani come Pilato. Dinanzi a questi avvenimenti è giusto domandarci se abbiamo fatto la nostra parte.

I veri responsabili, forse, siamo noi adulti. Siamo colpevoli di non mettere sogni nei cuori dei nostri ragazzi, di non farli appassionare abbastanza alla vita. Non possiamo permettercelo. È necessario l'impegno di tutti. È necessario che tutti facciano il loro dovere, le istituzioni come la scuola, ma anche la nostra Chiesa, e così tutti noi adulti nei confronti dei giovani, perché si sentano sicuri e accompagnati nei propri sogni e nel confronto con le proprie paure.

Non basta dire no alla violenza, dobbiamo combattere ogni forma di violenza, a cominciare da quella verbale che tante volte la fa da padrona sui social e in tivvù. Evitiamo che la violenza e la sopraffazione crescano tra i nostri ragazzi. Facciamo tutti la nostra parte. E facciamola insieme: teniamoci per mano, se vogliamo risorgere".