antica cittadella
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ALIFE - Uliveti e vigne del Matese, in provincia di Caserta, dal riuso di una cava di roccia di dolomite. E' il progetto di riqualificazione cominciato nel 2014 e approvato dalla Regione Campania ad aprile del 2021, che riguarda 20 ettari di una valle in zona San Michele, piccola frazione di Alife, comune dell'Alto-Casertano situato in un territorio anticamente conteso tra Romani e Sanniti.

Per via della fertilità del terreno, nacquero proprio qui dei villaggi che Roma trovò durante le guerre sannitiche e ne latinizzò il nome che, di origine osco-sannita in tempo allibo (olio), venne sostituito con l'attuale nome in forma latina, cioè Alliphae. La cava oggetto di riqualificazione ambientale - sulle sue pareti saranno realizzati terrazzamenti per le due antiche coltire - fu chiusa nel 1999 ma l'idea di un imprenditore del posto l'ha fatta rivivere in un ambizioso progetto di valorizzazione delle eccellenze territoriali come olio e vino, sull'esempio di quanto avvenuto in Toscana nella ex cava di Bolgheri. Un progetto che già è a buon punto, visto che nella zona della cava è già attiva la Tenuta Donna Paola, il cui obiettivo è dare lustro ai secolari Ulivi di Tonda del Matese, presenti nella Tenuta, e ai vini che vengono fuori dalla contaminazione di vitigni autoctoni e internazionali;

vini come il Pallagrello, noti da un secolo, visto che i vini prodotti in questa proprietà hanno vinto, negli anni '20 del '900, il primo premio alla Fiera del Levante di Bari con menzione nella rivista "L'illustrazione Coloniale" del 1921. L'obiettivo del progetto è anche quello di preservare la bellezza paesaggistica di questa finestra sulla vallata alifana, anche con l'apicoltura eroica da praticare nei posti più impervi della Tenuta, a circa 300 di altezza. La tenuta sovrasta la piana alifana, solcata dal medio corso del fiume Volturno, abbracciandola e offrendo una veduta mozzafiato, una finestra che si apre a 180° nel cuore del Parco Nazionale del Matese, lungo la fascia pedemontana dell'appennino campano.

Fortissimo il legame dell'area con il culto micaelico. Sorge proprio su un lembo di terreno appartenuto alla Tenuta, infatti, un'antichissima chiesa di San Michele Arcangelo, da cui prende il nome la frazione. L'antica Chiesa, che fu edificata nell'anno 1784 per comodità degli agricoltori, molto numerosi in quella zona assai fertile, si trova sulla via che collega Roma a Monte Sant'Angelo, lungo un antico cammino che segue le tracce dell'Arcangelo Michele.