antica cittadella
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Carlo Marino, ex sindaco di Caserta
Carlo Marino, ex sindaco di Caserta

CASERTA - Carlo Marino, ormai ex sindaco di Caserta, ha annunciato la sua autosospensione dal Partito Democratico, con una lettera indirizzata al commissario regionale Antonio Misiani e alla commissaria provinciale Susanna Camusso. Una decisione maturata dopo la comunicazione ufficiale dello scioglimento del Comune per presunte infiltrazioni camorristiche, firmata dal Governo nei giorni scorsi. Un provvedimento che Marino giudica "ingiusto e pretestuoso", e che lo ha spinto a compiere un gesto definito "dolorosissimo", ma inevitabile.

“Scelgo di compiere questo passo non per viltà né per abbandonare gli ideali che ci uniscono, ma per poterli servire con maggiore libertà", scrive Marino nella sua lettera.

Una scelta per difendere la città

Il tono della comunicazione è carico di emozione e fermezza. Marino parla di un attacco che non colpisce solo lui come politico, ma soprattutto Caserta come comunità:

“Mi sento colpito due volte: nella mia vocazione politica e nel mio orgoglio di casertano”, scrive.

La sospensione dal partito, secondo l’ex sindaco, è un atto di responsabilità verso la città, che “è stata vilipesa da un provvedimento di scioglimento amministrativo svincolato da reali criticità”.

“Nessun atto contrario all’etica pubblica”

Nella lettera, Marino ribadisce con forza la sua estraneità a qualsiasi condotta illecita:

“Non ho commesso – e sono certo ne siate consapevoli anche voi – alcun atto improprio o contrario all’etica pubblica”, afferma, facendo anche riferimento alle "migliaia di espressioni di solidarietà" ricevute dopo la notizia dello scioglimento.

Parole che vogliono sottolineare come la sua uscita dal Pd non sia un’ammissione di colpa, ma piuttosto un gesto per condurre con maggiore indipendenza una battaglia legale e politica finalizzata a “restituire a Caserta, alla mia famiglia e a me stesso quel rispetto” che sente essere stato negato.

Il simbolo della fascia tricolore

Particolarmente toccante è il passaggio in cui Marino richiama il valore simbolico della fascia tricolore, da lui indossata per quasi dieci anni da primo cittadino:

“Simbolo di servizio e onore, emblema di quella etica del bene comune che dovrebbe guidare ogni amministratore – dice – ora deve essere liberata dal fango di una decisione ministeriale che l’ha sporcata.”

Un chiaro segnale di attaccamento alla sua funzione pubblica e al ruolo istituzionale ricoperto, che Marino non intende abbandonare ma anzi rilancia in un nuovo contesto, libero da vincoli di partito.

Le accuse al Governo

Sebbene il tono rimanga rispettoso, il messaggio contiene una critica implicita (ma decisa) al Governo, accusato di aver preso una decisione opaca e politicizzata:

“Un atto giustificato da ragioni partitiche”, scrive, lasciando intendere che lo scioglimento del Comune di Caserta possa essere frutto di dinamiche estranee all’interesse pubblico.

Il Pd di fronte a una prova difficile

La scelta di Marino apre ora un fronte delicato all’interno del Partito Democratico, che si ritrova senza un punto di riferimento storico nella provincia di Caserta proprio nel momento più difficile. Il commissariamento del Comune e le ombre della camorra rappresentano una macchia difficile da gestire sul piano politico e mediatico, e il gesto dell’ex sindaco rischia di esacerbare le tensioni interne al partito a livello locale.

Le prossime mosse

Resta ora da vedere quali saranno le prossime mosse di Marino, che promette battaglia “in tutte le sedi necessarie” per riaffermare la propria integrità e quella della città che ha amministrato. Potrebbe decidere di intraprendere un’azione legale contro il provvedimento di scioglimento, o lanciare un nuovo percorso civico per rientrare in politica con maggiore autonomia.

In attesa di chiarimenti istituzionali e giudiziari, una cosa è certa: la vicenda ha aperto una ferita profonda nella vita politica casertana, e l’autosospensione di Carlo Marino segna un punto di non ritorno nel rapporto tra lui e il suo partito.