CRISI BUFALINA. Commissariamento Confagricoltura fa discutere, Iemma: "Grave ingerenza della politica"
PROVINCIA/LITORALE DOMIZIO – Un commissariamento che fa discutere quello della sezione provinciale di Confagricoltura Caserta, consumatosi sulla questione brucellosi, che da tempo vedeva stazionare su linee opposte l'articolazione provinciale dell'associazione presieduta da Raffaele Puoti e rappresentata per quanto concerne il settore bufalino da Cesare Iemma, allevatore di bufale e produttore di mozzarella dop da generazioni, entrambi vicini alle istanze degli allevatori casertani, e il livello regionale di Confagricoltura (presidente Fabrizio Marzano e vice Rosario Rago), che siede invece al tavolo della Regione Campania, che con gli allevatori che protestano non ha mai dialogato.
Il Commissariamento è stato deciso dai vertici nazionali, che hanno scelto come commissario Paolo Conte, collaboratore dell'assessore regionale all'agricoltura Nicola Caputo, firmatario del piano di eradicazione di brucellosi e tbc bufaline, varato nel marzo 2022, che gli allevatori del Casertano hanno sempre contestato. Iemma parla di "grave ingerenza della politica nella vita sindacale", e ricorda come al tavolo tecnico sulla questione brucellosi tenutosi il 22 maggio scorso al Ministero della Sanità, alla presenza del sottosegretario Gemmato, di parlamentari di tutti gli schieramenti e di numerose associazioni di categoria, lui non fosse andato per "ordine dall'alto, pena il commissariamento della sezione provinciale del sindacato.
Ma nonostante avessi disertato il tavolo - spiega - c'è stato ugualmente il commissariamento della sezione provinciale. Al danno si aggiunge la beffa, poiché, è stato nominato commissario Paolo Conte", ex Copagri e Cia e soprattutto vicino a Caputo. Iemma ha sempre sposato le posizioni degli allevatori e ha spesso ribadito la necessità di trovare una soluzione alla mattanza dei capi bufalini, abbattuti dopo test dai quali emergono positività alla brucellosi, poi smentite in seguito ad analisi post mortem. Dal 2012 in poi, ha scoperto la Procura di Santa Maria Capua Vetere sulla base dei dati acquisiti dall'Asl di Caserta, sono state abbattute oltre 140mila bufale per sospetta brucellosi, ma di queste solo l'1,4% è risultato poi effettivamente malato dai successivi test.