antica cittadella
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CASERTA / PROVINCIA - “Il 94° posto nella classifica della qualità della vita redatta da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma fotografia un arretramento della provincia tristemente atteso dai suoi abitanti”.

È quanto ha dichiarato questo pomeriggio il Segretario della Cisal Caserta Ferdinando Palumbo. “Nell’ultimo anno la cittadinanza registra una preoccupante modalità da realtà virtuale che caratterizza i rappresentanti della politica, i quali perseguono un fare da influencer col quale comunicano i loro movimenti quotidiani, ma che non sortisce alcun effetto alla soluzione delle molteplici criticità.

Nel percepito quotidiano la fruizione del trasporto pubblico e la viabilità sono al palo così come le tanto decantate istruzione e formazione. Persino il turismo" ha continuato il sindacalista "arretra nonostante l’impressionante numero di visitatori che registra la Reggia a testimonianza di una conclamata incapacità organizzativa. Occorre un’assunzione di responsabilità che metta assieme le forze del territorio sinora concentrate a marcare contrasti e divisioni”.


Il fascino delle Dolomiti e il cuore pulsante della metropoli. Sul podio della qualità della vita, nel 2023, c’è la provincia di Bolzano, da sempre al top del “bel vivere”. A seguire due città metropolitane, Milano e Bologna, al 2° e al 3° posto, che migliorano e confermano la performance del 2022: erano 5ª e 3ª su 107. Seguono Trento e Firenze.

Sono i risultati dell’Indagine sulla qualità della vita di ItaliaOggi - Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, giunta alla 25ª edizione.

In coda alla classifica, come nel 2022, c’è la calabra Crotone (107ª), insieme alle province siciliane Messina e Caltanissetta (105ª e 106ª).

Le dimensioni analizzate sono: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, tempo libero.

La frattura tra il Centro-Nord e il Sud Italia

Quest’anno la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 63 province su 107, in linea con gli ultimi due anni (erano 64 nel 2022; 63 nel 2021; 60 nel 2020, anno dell’emergenza pandemica). Si tratta per lo più di province dell’arco alpino, centrale e orientale, della pianura padana e dell’appennino tosco-emiliano, con ramificazioni verso Toscana, Umbria e Marche.

Al contrario, le province del Sud e delle Isole compaiono quasi integralmente nei gruppi 3 e 4 dell’indagine, in cui la qualità della vita è valutata scarsa o insufficiente.

L’indagine 2023 conferma una tendenza: la frattura tra il Centro-Nord, più performante e resiliente, e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una persistente vulnerabilità.

La ripresa post-Covid delle Metropoli

Quest’anno emerge un’altra tendenza, potremmo dire “post-Covid”: la forte ripresa, negli ultimi due anni, che ha coinvolto province e città metropolitane del Centro-nord, appartenenti al cluster “Metropoli”. Tendenza ben rappresentata dal 2° posto del capoluogo lombardo, dai dati di Bologna e Firenze, ma anche dalla performance di Torino (31ª) e Roma (33ª), che scalano una ventina di posizioni rispetto al 2022.