antica cittadella
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Francesco Reccia ed Emanuele Libero Schiavone
Francesco Reccia ed Emanuele Libero Schiavone

CASAL DI PRINCIPE/SAN CIPRIANO D’AVERSA - Nelle prime ore del 15 giugno scorso, in Napoli, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta e della Compagnia di Casal di Principe hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nei confronti di due soggetti ritenuti affiliati al clan dei casalesi ed in particolare al gruppo Schiavone. I due affiliati al clan sono Emanuele Libero Schiavone, figlio del boss pentito Francesco Schiavone detto “Sandokan” e di Francesco Reccia, figlio del ras Oreste.

Spari in piazza, restano in carcere Schiavone e Reccia jr. Trovati 11mila euro in contanti

I due sono ritenuti responsabili di detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi da sparo, con l’aggravante del metodo mafioso per essere, queste ultime, destinate ad essere utilizzate per l’affermazione del proprio gruppo camorristico, in risposta alle azioni intimidatorie poste in essere, nei loro confronti, da presunti rivali per il controllo delle piazze di spaccio sul territorio di Casal di Principe, avvenute lo scorso 7 giugno. In quei giorni, molti ricorderanno ci furono degli spari in pieno centro ed in piazza tra Casal di Principe e San Cipriano d'Aversa. 

Il gip ha convalidato il fermo dei due giovani affiliati al clan dei Casalesi

Nel corso dell’esecuzione del provvedimento i militari dell’Arma hanno rinvenuto e sequestrato, nella disponibilità dei due, oltre 11 mila euro in contanti, ritenuti provento di attività illecite. In data odierna il GIP presso il Tribunale di Napoli, a seguito dell’interrogatorio degli indagati, ha convalidato il fermo disposto dal Pubblico Ministero e applicato agli stessi la misura della custodia cautelare in carcere. Il provvedimento eseguito è una misura disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.