antica cittadella
antica cittadella

MARCIANISE - Si è svolto questa mattina (6 febbraio) un incontro cruciale presso la sede di Confindustria a Caserta tra i lavoratori della Jabil e i rappresentanti dell'azienda.

Vertice presso la sede di Confindustria

Durante il vertice, la multinazionale americana ha comunicato di aver deciso di ritirare i licenziamenti, una mossa che arriva dopo anni di vertenza, ma ha anche annunciato l’intenzione di cedere lo stabilimento. La notizia è stata accompagnata da un nuovo presidio degli operai all’esterno della sede di Confindustria.

Una vittoria parziale, ma le preoccupazioni restano

Secondo il sindacato USB, sebbene il ritiro dei licenziamenti possa essere considerato una prima vittoria per i lavoratori, la decisione di cedere lo stabilimento ha suscitato forti preoccupazioni. “Questo incontro sembra essere un nuovo raggiro,” hanno dichiarato i rappresentanti sindacali. “Jabil sta cercando di vendere lo stabilimento tramite la procedura prevista dall’art. 47 della legge 428/1990, un passaggio che nasconde dietro di sé una 'polpetta avvelenata'."

I sindacati sono preoccupati che la cessione dell'azienda possa portare ad un nuovo scenario negativo, con il possibile coinvolgimento di "TME", un soggetto industriale che i lavoratori ritengono incapace di garantire la continuità produttiva e l’occupazione. La USB esprime netta contrarietà alla cessione dello stabilimento a questa entità, sostenendo che ciò potrebbe portare a un disastro occupazionale e a una gestione inefficace delle risorse pubbliche, con Invitalia come garante.

Le richieste del sindacato e la posizione del Governo

Sasha Colautti, esponente dell'esecutivo nazionale USB e responsabile per l’industria, ha dichiarato: “Per noi, la cessione dell'azienda deve avvenire solo in un quadro che garantisca la continuità produttiva e l'occupazione, e questo deve essere fatto sotto la supervisione delle istituzioni. Chiediamo che il Governo intervenga direttamente, assumendo il controllo dello stabilimento o trovando una soluzione industriale che sia solida e sostenibile.”

Il sindacato chiede, dunque, un intervento diretto da parte del Governo o un impegno delle istituzioni per garantire una transizione industriale sicura, lontana dalle incertezze legate a TME. L’obiettivo, secondo i lavoratori, è assicurare un futuro stabile e prospero per lo stabilimento e i suoi dipendenti, con un piano strategico di chiara vocazione industriale e sostenuto da un forte impegno pubblico.