antica cittadella
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CASERTA – La dispersione scolastica cala in Italia, ma purtroppo gli studenti che arrivano all’ultimo anno delle superiori non sono adeguatamente preparati in diverse aree del Paese, compreso il Casertano. E’ questo il dato che emerge dallo studio di Openpolis.

Studenti insufficienti

Se si considera la percentuale di studenti che si attestano ai livelli di competenza 1 e 2 (inadeguati rispetto al livello di apprendimento previsto in italiano in V superiore), in due città la quota ha superato i due terzi del totale durante la pandemia: Crotone (68,18%) e Brindisi (66,16%). Seguono, con oltre il 60% di studenti con apprendimenti insufficienti in quinta superiore, le città di Caserta, Cosenza, Agrigento, Enna, Catanzaro, Napoli, Vibo Valentia, Messina, Sassari, Caltanissetta, Palermo e Catania.

Al contrario, i livelli più contenuti tra i capoluoghi si registrano a Belluno (meno di uno studente su 4 con risultati inadeguati in italiano), seguita da Lecco, Cuneo, Brescia, Aosta e Pordenone.

Ancora più ampia è la distanza rispetto alla cittadinanza. Tra i giovani italiani, la quota di uscite precoci dal sistema educativo scende al 9%, rispetto al 10,5% medio nel 2023. Tra i ragazzi stranieri al contrario sale al 26,8%. Un’incidenza in calo rispetto all’anno precedente – nel 2022 la quota superava il 30% – ma comunque quasi tripla rispetto a quella dei cittadini italiani.

La dispersione scolastica

Costituisce un altro aspetto critico il permanere di divari piuttosto ampi in termini di abbandono scolastico tra i diversi territori del paese. È infatti più contenuto nel centro Italia (7%) e nel nord (dove è compreso tra 8 e 9%) rispetto al mezzogiorno. Nel sud continentale si attesta al 13,5%, mentre nelle isole raggiunge il picco massimo (17,2%). Tra le regioni, spiccano infatti le due isole: in Sardegna l’incidenza degli abbandoni precoci raggiunge il 17,3%, in Sicilia il 17,1%. Tuttavia mentre nella seconda si registra una riduzione rispetto al 2022 (quando i giovani con al massimo la licenza media erano il 18,8%), nella prima si rileva un incremento: dal 14,7% del 2022 al 17,3% attuale. Seguono, con valori superiori al 16%, la provincia autonoma di Bolzano e la Campania. L’incidenza è invece già inferiore al 9% in Piemonte, Basilicata, provincia autonoma di Trento, Lombardia, Molise, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lazio e Umbria.