antica cittadella
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SAN FELICE A CANCELLO. Si sono concluse da poco le esequie di Roberto Laboriosi, il trentunenne trovato morto nel cortile della sua abitazione nel tardo pomeriggio dell'antivigilia di Capodanno.

C'era tanta gente, la chiesa di Sant'Alfonso Maria de' Liguori di Cancello Scalo, era gremita di gente. I genitori in prima fila, compreso il padre Vittorio, indagato per omicidio preterintenzionale.

Attorno al sessantatreenne anche i fratelli di Roberto, Giovanni e Marco, la madre Patrizia, le cognate e la fidanzata Antonella che negli ultimi giorni, sulla sua bacheca social, non ha fatto mancare messaggi al suo "angelo".

Ma soprattutto gli amici della palestra di via Bologna a Napoli "Il Guantone d'Oro", che indossavano una maglietta con la foto di Roberto nella parte anteriore e in quella posteriore la scritta "Ciao campione".

Don Carmine Passaro ha chiesto ai presenti di stare vicino alla famiglia che deve farsi forza dopo questa tragedia.

"Adesso tutti abbiamo il dovere di aiutare la famiglia di Roberto che è stata colpita da questa grande ferita. Vittorio, tu sei stato un buon padre per Roberto", queste le parole del parroco.

All'esterno, proprio gli amici della boxe, all'uscita della bara bianca hanno lanciato in cielo palloncini bianchi. Il feretro, poi, è proseguito con il corteo funebre verso il cimitero comunale.

Il giovane è stato trovato morto nel cortile della sua abitazione in via Piazzavecchia a Cancello Scalo. Accanto al suo corpo, a terra in una pozza di sangue, c’era la madre, disperata per quanto avvenuto e in evidente stato di choc. L’omicidio, come confessato dal padre dell’operaio, è avvenuto al termine di una violenta lite familiare.

In un primo momento padre e figlio hanno iniziato a discutere all’interno dell’abitazione, per poi spostarsi in cortile, dove, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il 31 enne sarebbe stato accoltellato dal genitore. Quest’ultimo, dipendente dell’ente provinciale di Napoli, è stato trovato dai carabinieri in lacrime e ha dichiarato di non aver agito con l’intenzione di uccidere il figlio.

Il padre della vittima è indagato a piede libero per omicidio preterintenzionale. Parlando con i carabinieri e con Daniela Pannone, pm di Santa Maria Capua Vetere, l’uomo ha dichiarato che aveva un coltello in mano quando il figlio si è avvicinato, ma che non voleva ucciderlo. Secondo la sua versione, la morte del 31enne sarebbe stata un tragico incidente. A fare chiarezza su quanto avvenuto sarà probabilmente l’autopsia, che è stata già parzialmente svolta ieri, ma nel frattempo le forze dell’ordine stanno procedendo con gli accertamenti necessari. La decisione definitiva della Magistratura arriverà non prima di trenta giorni, allorquando è previsto il verdetto dell'esame autoptico.

Per ora il medico legale ha effettuato solo un primo esame esterno, direttamente sul posto, dal quale è emerso che la coltellata sarebbe stata inferta all’altezza della spalla, con la lama che ha penetrato le parti molti sottostanti all’osso e causano un abbondante fuoriuscita di sangue. In seguito al colpo, la vittima è uscita di casa per cercare aiuto, ma si è accasciata a terra ed è morta dissanguata.

Roberto Laboriosi era disoccupato e, in base ai risultati delle indagini, pare che avesse frequenti litigi con il padre, forse anche a causa della sua condizione di precarietà economica. Tuttavia, gli inquirenti non sono risaliti a un’altra lite sfociata in violenza. La madre ha dichiarato di non aver visto i due uomini litigate, ma di essersi solo accorta del sangue.