MONDRAGONE – Riceviamo e pubblichiamo la nota del movimento “Mondragone Bene Comune”.

Il sequestro dei paninari

Nei giorni scorsi, a fine agosto, sul lungomare di Mondragone alcune attività di ristorazione (cosiddetti “paninari”) sono state poste sotto sequestro poiché esercitate in area demaniale senza le prescritte autorizzazioni. Eppure, tali attività erano presenti in quell’area già da alcuni anni.

Nel 2021, stante la presunta assenza dei criteri minimi igienico-sanitari nell’espletamento di tali attività e gli enormi disagi che esse arrecavano quotidianamente ai cittadini abitanti nei pressi dell’area, fu addirittura promossa una petizione popolare e furono inoltrate diverse segnalazioni alle preposte autorità. L’iniziativa fu rilanciata anche in uno degli interventi dell’AMBC: https://www.contrastotv.it/mondragone-ambc-il-paese-di-pulicenella/.

Gli interrogativi

Ciò detto, il sequestro degli ultimi giorni d’agosto pone qualche interrogativo, che vogliamo sperare che qualche Consigliere comunale vorrà porre al Sindaco e all’Assessora delegata: I titolari delle attività in questione erano in possesso dell’autorizzazione ad occupare suolo pubblico negli anni 2021, 2022 e 2023? E se quest’anno non avevano acquisito la dovuta autorizzazione, per quali motivi si è intervenuti soltanto a fine agosto, lasciando che operassero per tutta l’estate in difformità di legge? Quest’ultima è una domanda alquanto inquietante, in considerazione del fatto che la sede dell’Ufficio Locale Marittimo (che è intervenuto per il sequestro) è ubicato a pochissimi metri dall’area ove insistevano le attività di ristorazione che occupavano abusivamente un’area demaniale. È il caso di dire: “Gliel’hanno fatta sotto il naso”, per tanto, troppo tempo.

I dubbi

E dire che il Comandante in seconda dell’Ufficio Locale Marittimo riveste anche la carica di Consigliere comunale (in tanti anni non avevamo mai incontrato un caso simile, mai trattato neppure dal Ministero dell’Interno a proposito della casistica su incompatibilità/Ineleggibilità). Le notizie apparse sulla stampa relative al sequestro facevano poi riferimento esclusivamente all’occupazione abusiva di suolo demaniale. Andrebbe perciò chiesto al Sindaco e all’Assessora delegata: È stato mai eseguito un controllo in questi 4 anni per verificare se i titolari di quelle attività erano in possesso di tutte le autorizzazioni commerciali e sanitarie per la somministrazione di alimenti e bevande in modo stanziale e non mobile? E se sì, con quali risultati? E ancora: È stato mai chiesto un controllo o un parere alle autorità sanitarie preposte alla salute pubblica? Anche per verificare, per esempio, se tali attività erano provviste di allaccio alla rete idrica comunale (abbiamo visto che qualche problema con la rete elettrica forse c’era), dove scaricavano le acque reflue, in che modo smaltivano i rifiuti della ristorazione, se rispettavano la normativa sull’emissione dei fumi nell’ambiente e se mettevano a disposizione degli utenti servizi igienici a norma e quelli per le persone disabili. È appena il caso di sottolineare ancora una volta che stiamo parlando di attività di somministrazione di alimenti e bevande in modo stanziale e non mobile.

Alcuni cittadini avevano già posto queste domande alla competente ASL, inviando una PEC che non ha avuto alcun riscontro. Per questo, sull’onda degli annunci della nuova stagione improntata alla legalità e alla trasparenza, dovrebbe essere scontato ricevere pubblicamente qualche dovuta risposta in grado di fare chiarezza sul mancato tempestivo intervento da parte delle preposte autorità, che ha consentito che si esercitassero attività in maniera illegale (mettendo a rischio anche la salute dei cittadini) per tanto tempo. Una perdurante inerzia da parte di chi avrebbe dovuto esercitare i dovuti controlli che va motivata, se non altro per confutare gravi ipotesi d’omissione.