IL PROCESSO. Nicola Cosentino, la Cassazione conferma la condanna a 10 anni: l'ex sottosegretario si costituisce in carcere
IL PROCESSO. Nicola Cosentino, la Cassazione conferma la condanna a 10 anni: l'ex sottosegretario si costituisce in carcere
CASAL DI PRINCIPE - Confermata la condanna a 10 anni di reclusione per l'ex sottosegretario all'economia Nicola Cosentino, dopo la richiesta della Procura generale della Cassazione all'udienza che si è svolta oggi davanti ai supremi giudici della sesta sezione penale chiamati a decidere in merito alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Cosentino si costituirà in carcere.
I giudici sono entrati in camera di consiglio e la sentenza è divenuta definitiva. Nella requisitoria, il sostituto procuratore generale della cassazione Silvia Salvadori ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla difesa dell'ex sottosegretario del governo Berlusconi contro la sentenza del 21 luglio 2021 con la quale aveva i giudici della quarta sezione della Corte d'Appello di Napoli avevano condannato Cosentino a 10 anni nell'ambito del processo Eco4, nel quale l'ex coordinatore campano di Fi era accusato di essere stato il referente politico nazionale del clan dei Casalesi, con il quale avrebbe siglato un patto per ottenerne l'appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi.
In primo grado Cosentino, assistito dagli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro, era stato condannato a 9 anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica, con sentenza pronunciata dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 17 novembre 2016, dopo oltre 140 udienze.
La gara cui fa riferimento il processo è quella indetta dal Ce4, consorzio di 20 Comuni del casertano che si occupava del ciclo dei rifiuti. Secondo i pm, è stato proprio Cosentino a permettere ai fratelli Orsi di associarsi al consorzio creando la società mista Eco4 che ottenne poi affidamenti diretti. Ma se in primo grado Cosentino è stato riconosciuto come il «referente nazionale del clan dei Casalesi» almeno fino al 2004, la Dda di Napoli ha presentato appello sostenendo che l'appoggio dell'ex sottosegretario ai Casalesi fosse andato avanti almeno fino al 2007-2008.
Da qui la richiesta di una pena maggiore di quella decisa in primo grado. Un processo, quello a Cosentino, basato anche sulle parole dei collaboratori di giustizia, e che lo vede, stando alle accuse, come il dominus del Ce4, all'interno del quale l'ex sottosegretario avrebbe fatto assumere molta gente nei periodi pre-elettorali, così 'controllandò il risultato di varie elezioni, soprattutto nei comuni rientranti nel bacino del consorzio.
Il tutto, sempre stando ai pm, con la consapevolezza che i fratelli Orsi fossero vicini ai clan. Argomentazioni, quelle della pubblica accusa, che gli avvocati difensori di Cosentino, Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre, hanno tentato di smontare convinti che non esistano segni della prestazione di un contributo di Cosentino al clan in 25 anni di attività politica.