Funzionario del Consorzio unico di bacino reintegrato e pensionato, scatta denuncia
Doccia fredda provocata dalla riammissione da parte del Cub. L'avvocato: "Non si vuole che diventi direttore generale, ora avvieremo il ricorso amministrativo"
CURTI. "Ci sono due sentenze del giudice civile, varie pronunce del Consiglio di Stato e una decisione della Corte di Giustizia dell'Unione europea, eppure al Consorzio Unico di Bacino (Cub, ndr) non si vuole che Antonio Limatola diventi direttore generale".
Funzionario Cub reintegrato e pensionato, la denuncia del suo avvocato: "Non si vuole che diventi direttore generale"
E' amareggiato l'avvocato Roberto Valentino dopo la doccia fredda provocata dalla reintegra da parte del Cub, ente dei rifiuti campano in liquidazione dal 2010 eppure ancora in vita grazie al sostegno della Regione con quasi 400 addetti inutilizzati, del suo assistito Antonio Limatola, che è stato poi subito licenziato per sopraggiunti limiti di età, avendo 71anni. Il tutto si è consumato in due minuti il 16 luglio scorso, quando le parti si sono incontrate negli uffici del Cub a Curti (Caserta): alle 11.05 Limatola ha sottoscritto il contratto di reintegra, alle 11.07 ha ricevuto dal liquidatore del Cub, Francesco Paolo Ventriglia, la lettera di licenziamento.
Doccia fredda provocata dalla riammissione da parte del Cub
"In tal modo - spiega il legale - Ventriglia ha applicato le sentenze che gli imponevano da anni di reintegrare Limatola, eludendo però quelle che erano le conseguenze giuridiche previste, e cioè che Limatola doveva essere reintegrato nella posizione di direttore generale e tenuto in quel ruolo a prescindere dall'età, visto che lo stesso Consiglio di Stato aveva chiarito, proprio in seguito ai rilievi mossi da Ventriglia, che il superamento del limite di età per il pensionamento non ne precludeva la riassunzione. Ora faremo ricorso, anche se bisogna valutare se è competente il giudice civile o quello amministrativo".
L'avvocato: "Non si vuole che diventi direttore generale, ora avvieremo il ricorso amministrativo"
Limatola fu licenziato nel 2008 quando era direttore generale del Consorzio di Bacino Acsa Caserta3, ente poi confluito nel Cub. Dopo quel licenziamento, avvenuto in piena emergenza rifiuti, Limatola si è rivolto al giudice civile di Santa Maria Capua Vetere, che nel 2015 gli ha dato ragione ordinandone la reintegra. Il Cub non ha però dato seguito alla pronuncia e così Limatola ha adito il giudice amministrativo per l'ottemperanza della sentenza; in primo grado il Tar Campania gli ha dato torto, ma il Consiglio di Stato ha chiuso "la partita" nell'autunno 2023 pronunciandosi definitivamente per la reintegra di Limatola. Anche dopo questa decisione, il Cub non si è mosso e così Limatola ha chiesto al Consiglio di Stato la nomina di un commissario ad acta, che si sostituisse al Cub nell'iter di reintegra; i giudici hanno prima individuato il prefetto di Napoli, quindi quello di Caserta, che ha delegato la funzionaria Florinda Bevilacqua. Sono passati altri mesi, duranti i quali la commissaria ha chiesto chiarimento al Consiglio di Stato, che in ultima battuta è intervenuto il 3 luglio scorso, fugando ogni dubbio e spiegando che Limatola andava riassunto senza se e senza ma. Nel frattempo è intervenuta anche una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Cedu), che ha condannato lo Stato Italiano al pagamento delle somme non corrisposte dal Cub a Limatola a titolo di stipendio per tutto il periodo di mancata reintegra ad oggi.