antica cittadella
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SAN CIPRIANO D’AVERSA – Si è svolta presso la quinta sezione della Corte di Cassazione, preseduta da Stanislao Vittorio Enrico Scarlini, l’udienza sul ricorso presentato dall’imprenditore edile di San Cipriano d’Aversa Gaetano Iorio, la moglie Clementina Massaro, i figli Tullio e Paolo contro la sentenza della Corte d’Appello di Napoli.

I primi due gradi

In secondo grado infatti era stata confermata la sentenza di confisca del patrimonio dell’imprenditore emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, motivata dall’accusa di appartenere al clan dei casalesi.

Le posizioni e la decisione

Per i legali dell’imprenditore e della sua famiglia la confisca non sarebbe giusta in quanto tutti i processi penali a carico dell’imputato per partecipazione ad associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione, riciclaggio e intestazione fittizia si sono conclusi con un’assoluzione.

La Cassazione però ha respinto il ricorso in quando, come già sentenziato in secondo grado, le assoluzioni non compromettono la pericolosità sociale di Gaetano Iorio come appartenente al clan.