Prof di Cellole ucciso e dato alle fiamme, la rivelazione del carabiniere: "Nel suo quaderno il nome di Gentile"
Caprio fu ucciso con un colpo di fucile. Tra la vittima e l'imputato oltre 70 contatti telefonici

CELLOLE - È entrato nel vivo il processo per l’omicidio di Pietro Caprio, 58enne insegnante di scienze motorie di Cellole, ucciso e dato alle fiamme il 4 novembre 2023. A rispondere dell'accusa di omicidio e distruzione di cadavere è Angelo Gentile, 85 anni, di Baia Domizia. Oggi, davanti alla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, ha testimoniato il maresciallo Fabio Colamatteo del nucleo operativo dei Carabinieri di Sessa Aurunca, svelando importanti dettagli dell’indagine.
Il quaderno dei debiti e i legami con l'imputato
Secondo il racconto del maresciallo, nel corso di una perquisizione presso la scuola dove Caprio insegnava, fu sequestrato un PC e un quadernone che, all’ultima pagina, conteneva uno schema dettagliato con nomi e somme di denaro. “Era una sorta di libro mastro – ha spiegato Colamatteo – che riportava crediti vantati dalla vittima. Tra questi figurava anche il nome dell’imputato”.
Nello specifico, tra le voci presenti nel quaderno c'erano:
Parco Hotel e Villaggio Italy: strutture turistiche debitrici della cooperativa di salvataggio di cui Caprio era socio volontario.
Gabbiano Due: locale gestito da un cugino della vittima, con un debito di 5.000 euro.
Agenzia Aniello: un amico della vittima.
Antonio Gentile, collega, con un presunto debito di 300.000 euro.
E infine, “Gentile Baia”, annotato anche come “imprenditore Baia”, identificato in Angelo Gentile.
Il ritrovamento del corpo carbonizzato
Caprio fu ritrovato morto nella sua auto, una Dacia Duster, data alle fiamme nella zona boschiva di Pietre Bianche, in località Pantano. All'interno dell’auto carbonizzata vennero rinvenuti resti umani e una protesi al femore che permise di risalire con certezza all’identità del corpo.
La vettura risultava intestata alla madre della vittima, ma fu proprio quel dettaglio a indirizzare subito le indagini.
Le immagini e il cappellino incriminato
Determinanti anche i filmati di videosorveglianza acquisiti dai carabinieri: 9 in tutto, tra Sessa Aurunca e Cellole. Le telecamere hanno documentato l’ingresso nella stradina interpoderale di due vetture, quella di Caprio e una Fiat Palio intestata a Gentile. Solo quest’ultima è risultata uscire da quella strada. Il tutto in appena 17 minuti.
Nel video Gentile indossava un cappellino, ritrovato poi nella sua abitazione insieme ad altri tre. Solo uno di questi risultò positivo al test dello "stub", l’esame che rileva residui da sparo.
Il maresciallo ha inoltre precisato che le altre tre strade che conducevano al luogo del delitto erano impraticabili a causa dell’abbondante pioggia, rendendo quella scelta dagli imputati l’unica via accessibile.
Contatti tra vittima e imputato
Un ulteriore tassello è rappresentato dai dati telefonici: tra Caprio e Gentile risultano 76 contatti, concentrati soprattutto a inizio e fine mese, ma nessuno nei giorni immediatamente precedenti al delitto.
Le accuse e il prossimo passo del processo
Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, coordinata dai sostituti Gionata Fiore e Chiara Esposito, Caprio sarebbe stato ucciso con un colpo di fucile e successivamente dato alle fiamme per eliminare ogni traccia.
Angelo Gentile fu fermato poche settimane dopo con le accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere. La famiglia della vittima, costituitasi parte civile, è assistita dall’avvocato Gianluca Di Matteo.
Il processo riprenderà a giugno, con il controesame del maresciallo Colamatteo da parte del legale dell’imputato, l’avvocato Gabriele Gallo.